Caritas, impennata del numero di "nuovi poveri"
L’incidenza dei “nuovi poveri” passa dal 31% al 41%. Aumenta in particolar modo il peso delle famiglie con minori, donne, dei giovani, dei nuclei di italiani e degli individui in età lavorativa
Sara Calastri | 28 gennaio 2021

La Caritas, nel Rapporto Povertà 2020, confrontando i dati del periodo maggio-settembre 2019 con lo stesso periodo dell'anno della pandemia, afferma che: “L’incidenza dei “nuovi poveri” passa dal 31% al 41%. Aumenta in particolar modo il peso delle famiglie con minori, donne, dei giovani, dei nuclei di italiani e degli individui in età lavorativa”. Nel periodo del lockdown totale (marzo-maggio) le Caritas diocesane hanno iniziato a sostenere circa 450.000 persone, registrando un incremento che non può passare inosservato. Il 30% di questi beneficiari è rappresentato dai “nuovi poveri”, ossia coloro che si rivolgono alla Caritas per la prima volta.

Cosa fa la Caritas?

La Caritas Italiana è l’organismo pastorale costituito dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI); è una persona giuridica a tutti gli effetti che ha come scopo quello di prestare aiuto a chi ne necessita. La Caritas agisce nel sociale, aiutando i più deboli, dunque non solo coloro che vivono in condizione economiche precarie, ma anche emarginati, disadattati sociali… Tramite iniziative e grazie all’aiuto di circa 62.000 volontari da Nord a Sud del Paese, la Caritas si occupa della distribuzione periodica di beni di prima necessità e di vestiario, della preparazione di pasti caldi per i senzatetto, mette gratuitamente a disposizione assistenza di professionisti (psicologi, avvocati) per coloro che non possono permetterseli.

Poveri relativi, assoluti e nuovi poveri in sociologia

I poveri relativi sono coloro che non possiedono le risorse necessarie per raggiungere quelle condizioni di vita che sono abituali, incoraggiate e approvate nella società di appartenenza. Essi riescono a soddisfare i bisogni primari, ma non i bisogni secondari. Secondo l’Istat, nel 2019 il tasso di povertà relativa in Italia corrispondeva al 14,7% degli individui (8,8 milioni). I poveri assoluti sono, invece, coloro che non riescono a rispondere a bisogni fisiologici; ciò vuol dire che non riescono a garantirsi un’alimentazione sicura, un’abitazione, vestiario. Sempre secondo i dati Istat, nel 2019 i poveri assoluti in Italia erano 4,6 milioni di individui (7,7%). Non c’è dubbio che nel 2020, a causa dell’emergenza Covid-19, gli indici di povertà assoluta e relativa cresceranno. Sono definiti “nuovi poveri” individui o nuclei familiari che vivono in condizioni dignitose, per i quali tuttavia le opportunità e le comodità che qualificano il tenore di vita medio di una società costituiscono un traguardo irraggiungibile.

La povertà solitamente è associata ad una condizione economica difficile. Il dato statistico è economico, pertanto si parla di visione monodimensionale. Nuove forme di povertà però mettono in relazione la povertà con altri aspetti e altre dimensioni, come ad esempio il contesto relazionale di supporto, pertanto nelle scienza umane si parla di povertà nell’ottica di un approccio multidimensionale.

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