La crisi economica e l'inflazione portano a un aumento anche del prezzo dei libri scolastici: rispetto all'anno scolastico 2022/2023 il prezzo medio dei testi utilizzati per la didattica sembra essere aumentato di ben 30 euro. A dare il dato e lanciare l'allarme a Il Fatto Quotidiano è la Rete degli Studenti Medi, sindacato studentesco rivolto alle alunne e agli alunni della scuola secondaria di II grado.
Secondo l'associazione la spesa media per i libri di studio in Italia è passata, in soli 12 mesi, da una media di 318 a 340 euro. Cifre alte considerata la situazione economica nella quale versa una grande parte degli italiani e considerato che il tetto massimo (fissato nel 2013, con un decreto ministeriale, a 294 euro per la prima classe, 117 per la seconda e 132 per la terza) è stato quindi ampiamente superato.
Si può superare questo tetto? In realtà si, purchè si rientri entro il limite del 10% in più e purchè venga approvato dal collegio docenti. Quest'ultimo di solito si riunisce per stabilire l'adozione dei testi dell'anno successivo entro e non oltre la seconda decade di maggio e con una delibera prevede l'adozione dei nuovi testi che, a loro volta, devono essere stati già presentati (e in caso discussi) anche ai singoli consigli di classe(all'interno dei quali si riuniscono i rappresentanti dei genitori).
Spesso i docenti decidono di adottare lo stesso libro già utilizzato, ma il problema che più frequentemente si manifesta (e che lamentano da sempre studenti e famiglie) è la cosiddetta questione "nuove edizioni": spesso la casa editrice pubblica, l'anno successivo, lo stesso libro con piccoli aggiornamenti. La battaglia spesso portata avanti è quella di non costringere gli allievi a comprare la nuova versione soprattutto laddove le modifiche a teorie e concetti siano rimaste invariate. Una questione che diventa più spinosa in particolare quando si parla di quelle materie dove, di anno in anno, sono molteplici gli aggiornamenti che si presentano (basti pensare ai libri di diritto, dove le norme e le disposizioni sono spesso in continua evoluzione o anche abrogazione).
Da sempre il mondo delle famiglie cerca di aiutarsi ricorrendo spesso allo scambio di testi o alla frequentazione dei mercati dell'usato, ma con l'esigenza di dover cambiare costantemente edizione questa soluzione risulta spesso inapplicabile o comunque insufficiente.
Come dichiarato dal Coordinatore di Rete degli Studenti Medi, Paolo Notarnicola: "Le misure messe in campo a supporto degli studenti ad oggi sono insufficienti. Si tratta per lo più di iniziative dei singoli Comuni, disomogenee sul territorio nazionale, che garantiscono la gratuità a malapena alle famiglie con Isee sotto i 10mila euro. Serve un fondo nazionale che copra interamente il costo dei libri almeno fino ad una soglia Isee di venticinque mila euro, avendo come obiettivo il dettato costituzionale della gratuità dell’istruzione".
La Rete parla di un impatto notevole specialmente sulle famiglie colpite dal carovita.
A intervenire sull'argomento, in queste ore, è stato il capogruppo M5S in Commissione Cultura alla Camera, Antonio Caso, che commentando la situazione caro libri ha anche detto quali sono le soluzioni che il suo partito vuole mettere in campo: "Abbiamo già depositato una proposta di legge che presenteremo a settembre che prevede diverse misure per garantire il diritto allo studio, tra cui l’istituzione di una “dote educativa”, per prevenire e contrastare la dispersione scolastica e sostenere il diritto allo studio. Nel frattempo auspichiamo che il governo non cada dalle nuvole a settembre ma lavori a sostegni immediati per far fronte a rincari che rischiano di mettere in seria difficoltà tantissime famiglie italiane”.
E a proposito di Governo, a parlare, nei giorni passati, è stata Paola Frassinetti, sottosegretaria di Stato al Ministero dell'Istruzione e del Merito: "Quello del caro libri è un tema molto caro al Governo e sul quale stiamo lavorando approfonditamente. Il ministro Valditara ha già incontrato in questi giorni il ministro Giorgetti per discutere dell’introduzione di misure che vadano a sostegno delle famiglie, che si parli di detrazioni, come avviene già in altri Paesi, o di fondi da stanziare per sostenere il diritto all’istruzione. Si tratta di una priorità per noi e stiamo lavorando per dare risposte concrete al problema".
Soluzioni che le famiglie italiane chiedono a gran voce per non doversi trovare a fronteggiare, dopo il rincaro bollette e il caro benzina anche prezzi alti per far studiare i propri figli.