Domenica 20 novembre è stato arrestato in Germania Filippo Turetta, ex fidanzato e assassino di Giulia Cecchettin. Giulia è sparita l'11 novembre, aveva 22 anni e si sarebbe dovuta laureare in Ingegneria biomedica pochi giorni dopo la sua scomparsa. Giulia non è mai tornata, il suo corpo è stato ritrovato il 18 novembre nei pressi del lago di Barcis.
L'appello di Elena Cecchettin
"Si è sentito parlare di Turetta come un mostro, ma mostro non è: mostro è l'eccezione della società, lui è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupro, quelle azioni che limitano la libertà della donna". Elena Cecchettin ha voluto lanciare un forte messaggio alla popolazione, un messaggio che porta in primo piano la colpevolezza non solo del singolo ma della collettività. "Il femminicidio è omicidio di Stato, che non ci tutela e non ci protegge", continua, "bisogna finanziare centri antiviolenza e prevenire con educazione sentimentale e sessuale nelle scuole". Elena lancia poi un appello agli uomini, chiede attenzione e ostilità nei confronti di tutti quei comportamenti che ci sembrano banali e di poco conto, ma che non sono altro che il "preludio del femminicidio".
La reazione della società
Queste parole hanno scosso profondamente tutta la popolazione, dai bambini agli adulti, ma ancora una volta la società si spacca profondamente. Da una parte troviamo i fiumi di ragazzi che riempiono le piazze, i ragazzi che fanno rumore nelle scuole, i ragazzi che gridano "Mamma, se domani non torno, distruggi tutto".
Dall'altra parte troviamo poi chi invece si è sentito turbato dalle parole di Elena, come il consigliere regionale veneto Stefano Valdegamberi che su Facebook dichiara come "il messaggio di Elena sembra un messaggio ideologico, costruito ad hoc, pronto per la recita. Più che di società patriarcale dovremmo parlare di società satanista".
Che si apprezzi o meno il messaggio di Elena Cecchettin, non si può negare come abbia contribuito a dare il via a un forte movimento tra gli studenti e non, che si ritroveranno ancora riuniti nella piazze sabato 25 novembre per dare voce a chi la voce l'ha persa.