Scuola
Scuola e intelligenza artificiale, i chatbot entrano in classe
Il Ministro Valditara conferma il divieto di utilizzo dei cellulari per i più piccoli, ma approva gli assistenti virtuali per gli studenti
Redazione | 28 agosto 2024

Sì all’intelligenza artificiale a supporto di studenti e docenti per la didattica in classe. A dirlo è il Ministro della Scuola Giuseppe Valditara, interpellato sul tema durante il Meeting tenutosi a Rimini i giorni scorsi. 

Il Ministro, che conferma il pugno duro nei confronti dell’utilizzo di smartphone a scuola da parte degli studenti (con il divieto fino alla terza media), apre invece la possibilità all’utilizzo integrato nella didattica alle facilitazioni derivate dall’utilizzo dell’intelligenza artificiale. “Un conto sono i cellulari, un conto è la digitalizzazione e l’intelligenza artificiale”, queste le sue dichiarazioni che fanno seguito a quelle di luglio scorso dove il Ministro aveva aperto la strada all’utilizzo di chatbot. 

 

Valditara aveva infatti dichiarato: “Abbiamo deciso di avviare in alcune scuole un progetto per sperimentare, a partire dall’anno scolastico 2024-2025, assistenti basati sull’intelligenza artificiale. E’ un progetto pilota, un passaggio significativo nell’ottica di personalizzazione della didattica”.

 Più che come supporto alla ricerca e all’approfondimento di tematiche da parte degli studenti, l’idea del Ministro è quello di sfruttare i cosiddetti “agenti intelligenti” per decretare il merito degli alunni, come strumento quindi più che altro a disposizione dei docenti, per effettuare le valutazioni: “L’obiettivo di questa sperimentazione - ha spiegato Valditara - è valutare l’efficacia di questi assistenti nel migliorare le performance degli studenti, identificare le migliori pratiche per integrare l’intelligenza artificiale nella didattica quotidiana, garantire che l’utilizzo dell’IA sia etico e rispettoso della privacy degli studenti e dei docenti, assicurare che l’intelligenza artificiale sia utilizzata come strumento di supporto mantenendo però il docente sempre al centro”. 

Facendo un passo indietro se parliamo di chatbot - fra gli argomenti più discussi degli ultimi mesi- parliamo nello specifico di agenti intelligenti che rispondono alle domande/richieste avanzate da parte dell’utente tramite una comunicazione. L’utente avanza un prompt (una richiesta/un imput che ha il fine di far realizzare un'azione specifica), scrivendolo nell’interfaccia del bot (o tramite comando vocale), e a sua volta poi il chatbot effettuerà il comando richiesto basandosi però su quanto è stato esplicitamente avanzato. Di conseguenza più il prompt sarà dettagliato, preciso e puntuale e più l’operazione sarà svolta in maniera corretta e coerente all’obiettivo iniziale. I difensori quindi dell’utilizzo dei chatbot per ricerche scolastiche sostengono che scrivere un buon prompt rientra fra gli esercizi di approfondimento e di perfezionamento del linguaggio scritto richiesti a un giovane studente. In questo modo i chatbot non sono solo un mero strumento per velocizzare lo studio o, peggio ancora (come sostengono i detrattori invece dell’utilizzo dell’IA nello studio), un metodo per far fare il lavoro agli altri e risparmiare energie e sforzi, ma uno strumento in grado di sviluppare competenze tecnologiche e capacità di sintesi. Il Ministro Valditara vuole scongiurare in tal senso il pericolo “deresponsabilizzazione”. 

Il rischio è infatti che gli studenti, appoggiandosi passivamente alle chatbot, sviluppino meno senso critico e possano anche sviluppare una minor capacità di analisi e comprensione sugli elementi cercati che vengono invece recepiti passivamente e dati automaticamente per “giusti”. 

Intanto non mancano le scuole sul territorio nazionale ad aver avviato già la sperimentazione: a Roma, a luglio scorso, in occasione degli esami di maturità, un istituto scolastico ha sperimentato il progetto (ideato da un ex studente ora imprenditore nella Silicon Valley) dal nome “MaturAI”: un chatbot vocale e visuale avanzato che ha consentito ai maturandi di simulare l’interrogazione orale dell’esame. Un software per preparare agli esami orali, in un interscambio di domande e risposte. 

L’idea è quella di estendere questo progetto ad altri istituti italiani e di applicarlo anche per altri esami orali, come per esempio quelli universitari. 

La frontiera dell’intelligenza artificiale e della didattica nelle scuole è decisamente ormai aperta. 

 

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