Voci critiche. Che cosa pensano i ragazzi
Luci ed ombre sul mare di Ponente
Un sabato a Imperia: racconto verosimile scritto sulla base dei risultati di un’indagine condotta tra gli studenti di Imperia e su fatti realmente accaduti
Martina La macchia, 17 anni | 7 novembre 2011
La mia giornata comincia alle 7.05, quando mi alzo per prepararmi ed andare a scuola in direzione Liceo Scientifico Vieusseux. Passo con il motorino per l’argine destro, evitando le buche fatte dai camion ormai da diversi anni per costruire la stazione nuova. Fine lavori a luglio 2008, si prevedeva! Almeno non devo usare autobus sporchi e affollati come in prima superiore, quando spesso lasciavo passare tre corriere prima di trovare un posticino per salire e arrivare a Porto Maurizio. Oggi mi seccherebbe ancora di più farlo, con il raddoppio del prezzo dell’abbonamento mensile!
Arrivo a Porto e parcheggio il motorino sul bordo della strada: anche di sabato, sebbene non ci siano né i ragazzi dell’I.I.S. Ruffini né quelli del Nautico, i posti sono tutti occupati.
Alla prime due ore abbiamo ginnastica: dritti in palestra! Portiamo cellulari e portafogli sulla cattedra per evitare i furti che gli anni scorsi si sono verificati molto spesso. Però tutta la classe è contenta, perché oggi usiamo il quadro svedese. Iniziamo ad arrampicarci entusiasti sulla griglia di legno, ma ecco che all’improvviso si stacca un blocco di intonaco dal muro, dove il quadro è appigliato, sfiorando la testa di un mio compagno! Quando si dice che la scuola “cade a pezzi”... ricordo anche il cornicione crollato addosso a delle studentesse al Liceo Amoretti, le porte senza maniglie e i vetri delle finestre rotti al classico De Amicis.
La mattinata trascorre tranquilla, compresa l’ora di laboratorio di fisica anche se dall’anno scorso, quando la professoressa addetta è andata in pensione, abbiamo solo l’aiuto di due tecnici che devono gestire tutto l’istituto... è la crisi!
La mattinata è finita e posso a andare a casa: inizia il week-end!
Dopo pranzo porto la mia cagnetta Debby a passeggiare al parco e mi rilasso, lontana dal traffico. Davanti a me la coperta azzurro brillante del mare, qua e là striata di schiuma bianca, e alle mie spalle... la montagna di terra illegale, “deposito temporaneo” dei detriti degli scavi delle gallerie per la nuova ferrovia, e il fantomatico depuratore: ogni volta che mia madre deve pagare la bolletta dell’acqua ricorda come siano almeno 15 anni che versa la tassa per questa infrastruttura che è ancora oggi in fase di costruzione! Alla mia sinistra il molo di Oneglia, ideale per una passeggiata serale d’estate, e a destra... la spiaggia artificiale e il porto turistico che hanno dato scandalo l’anno scorso per poca chiarezza su come furono spesi i cento milioni di euro stanziati per il progetto. Riempio una bottiglietta al distributore gratuito di acqua frizzante (questa sì che è una bella idea!) e torno a casa.
Mi accordo con un paio di amiche e andiamo a fare alcune commissioni a Porto Maurizio, passando per la vecchia via Cascione. A sinistra il bel caffé Pepito, subito dopo a destra il cinema Centrale, poi a sinistra il Teatro Cavour. Sussultando lungo la discesa sul pavimento scivoloso di pietre lisce e sconnesse arriviamo al fondo della strada, davvero il posto più brutto di tutta Imperia. In quest’area sono ghettizzati gli stranieri, e in effetti ci si sente un po’ spaesati al passaggio: non si sente parlare una parola di italiano. I palazzi alti ai lati dello stretto percorso mi danno un senso di strozzatura e non mi sento a casa, non vedo l’ora di essere lontana da qua. Approfitto di essere a Porto Maurizio per fare un giro al Parasio, tutto l’opposto di via Cascione. Il promontorio imperiese è soleggiato e tranquillo, possiamo ammirare la chiesa più grande di tutta la Liguria, il Duomo di San Maurizio. Facciamo un paio di scatti fotografici con vista mare dalle Logge di Santa Chiara, da mettere su Facebook, e nel frattempo si è fatta già l’ora dell'aperitivo.
Torniamo a Oneglia dove abbiamo l’imbarazzo della scelta per decidere in che bar andare. A parte questi, infatti, le possibilità di svago serale a Imperia si contano sulle dita delle mani: la Sagra di San Giovanni in estate (dove la percentuale di popolazione di età compresa tra i 15 e i 20 anni è pari a quella dei diamanti che si trovano tra le pietre della Galeazza), la festa di Capodanno in Piazza Dante e Halloween a Villa Grock. Non ci rimane che optare per una pizza sul porto di Oneglia e un po’ di musica dal vivo.

Che cosa chiediamo
Se potessi fare delle richieste, una sarebbe indirizzata al Comune: finire al più presto e nella maniera più trasparente le “grandi opere” iniziate nella città. Chiederei di aumentare le corse degli autobus della RT. Implorerei i miei concittadini di essere più rispettosi e civili, di non sporcare le strade e deturpare le strutture pubbliche perché Imperia sia più pulita e accogliente. Chiederei alla Provincia di stanziare più fondi per le scuole, e agli Enti locali di non dover aspettare mesi per una visita medica all’Asl.
Credo che dovrebbe essere scontato avere tutte queste cose, che sono solo l’inizio di una lunga lista di servizi primari. A quanto pare non è così. Chiederei, in un Comune dove l’età media è di 46 anni, di dedicare più attenzione ai giovani. Di disporre manifestazioni culturali, musicali o sportive che vadano oltre il singolo evento a cadenza annuale, ma che abbiano una continuità nel tempo, incentivando organizzazioni, centri sociali e comitati senza scopo di lucro perché possano rendere tutto ciò possibile grazie allo spirito civile e alla volontà dei cittadini.
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