Il terrore corre sul video
Greta Pieropan | 13 febbraio 2014
Appesantiti dai cenoni delle feste, sprofondati nei divani, ma vigili con il telecomando in mano, rieccoci per un nuovo anno di Antispot. E se dai lettori forse partirà qualche grido di giubilo, dai pubblicitari sentiamo già delle urla di puro terrore.
Ah no, non vengono dai pubblicitari, ma dalla televisione. In particolare, dallo spot del canone Rai. Certo, direte voi, anche in casa quando arriva una nuova bolletta tutti gridano di terrore! Nello spot invece a urlare è una giovane signora che sta tranquillamente sorbendosi, ops, gustandosi il suo sceneggiato preferito, quando arriva il marito che, controllando la posta, accartoccia la busta contenente il canone. A quel punto anche la televisione si accartoccia su se stessa, proprio sul più bello! E allora la giovane si alza, allucinata, e inizia a gridare, provocando una specie di uragano. A quel punto vorremmo andare a cercare anche noi il canone per far accartocciare il televisore! L’assordante protesta però si ferma e, quando crediamo di aver messo fine al peggio, ecco lo slogan: con un anagramma, si passa da “Il canone si DEVE” a “Il canone si VEDE”. Se non ci fosse la spiegazione successiva sull’offerta dei canali Rai, lo slogan sarebbe oltre che inutile, senza significato. È stata anche realizzata la versione che vede protagonisti dei bimbi, incollati davanti alla televisione, che prendono fuoco (o si digi-evolvono, sic) per la rabbia di non poter seguire il cartone animato perché la televisione si è accartocciata. Non è che nella programmazione post pagamento canone ci offriranno anche una specie di “SOS Nanny” vero? Per favore, basta con questi spot: a nessuno piace pagare le tasse, ma non è una pubblicità a far cambiare idea, anzi. Pagare le tasse è un dovere, come è un dovere rispettare l’intelligenza dello spettatore e fornire un servizio di qualità. Noi di Antispot, ligi al dovere, vi teniamo d’occhio!
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