Tantissime varietà di frutta hanno un nome femminile, non nel senso che mela, albicocca o fragola sono di genere femminile in grammatica (l’ultima potrebbe essere anche di genere pop/talent show in musica e chiamarsi Lorenzo), ma che hanno un nome proprio. C’è un’arancia, ad esempio, che ha il nome di una ragazza, Rosaria, e la sovrapposizione dà il via a una serie di doppi sensi…
Nello spot, mentre una musica allegra (de)canta il nome della fanciulla, la suddetta cammina – con la brezza che le scompiglia i capelli in un allegro vestitino a fiori, con una cesta colma di arance al braccio e un sorriso smagliante. Nella versione lunga dello spot la donzelletta incanta prima un giovane che inciampa e cade, poi un paio di bimbi; ma nella versione breve lo spot raggiunge il top: passando accanto a una coppietta seduta a un tavolino, attira l’attenzione di un “lui”, che in un impeto da dolce stil novo esclama: “ti sbuccerei, Rosaria”. Provocando la reazione della fidanzata gelosa, cui subito si affretta a specificare di essersi rivolto alle arance. La fanciulla nel frattempo raggiunge un aranceto (ma la cesta non era già colma di arance?!), e si presenta come omonima della frutta, tutta sorridente. Mentre ogni ragazza del reame avrebbe avuto una reazione di sdegno misto ad indignazione, la suddetta sorride, ignara dell’orrendo doppio senso rivoltole. Che ci trova da sorridere una che è appena scampata a un “complimento” così? Ma soprattutto, con “buccia” si intendeva il frutto di una buona giornata di saldi, o dobbiamo aspettarci la versione con tanta vitamina C del video di Robbie Williams Rock DJ? In entrambi i casi, un complimento da brividi (di terrore!). Forza pubblicitari, spremete arance (che le vitamine fanno bene) e meningi (che poi ci fate bene gli spot)!