Ogni giorno ci ritroviamo a utilizzare i nostri dispositivi elettronici per mandare una mail o magari per pubblicare in un post una foto scattata in compagnia dei nostri amici, ma conosciamo veramente l’impatto delle nostre azioni sull’ambiente? Azioni come queste ci sembrano spesso essere del tutto irrilevanti sul piano ecologico, al contrario di come si possa pensare, però, la tecnologia digitale non è una forma di sviluppo sostenibile.
I numeri
L’impatto energetico della tecnologia digitale cresce del 9% ogni anno, questo dato risulta allarmante se si pensa che una mail da 1 Megabyte produce tanto CO2 quanto una lampadina da 60 W accesa per mezz’ora o che la visione di un video in cloud per dieci minuti richiede una quantità di energia equivalente a quella necessaria per alimentare 1500 telefoni contemporaneamente. Secondo l’Istituto italiano di tecnologia (Iit) il traffico digitale è stato, tra il 2013 e il 2018, causa della produzione di 450 milioni di tonnellate di CO2. Il 3% del consumo energetico globale dell’umanità è proprio dovuto ai dispositivi elettronici, che sono passati dall’essere circa 200 milioni nel 2014 all’arrivare a toccare i 2 miliardi nel 2019. Per comprendere più a fondo lo spessore di questo fenomeno, basti pensare che il traffico di video streaming e videogiochi ammonta a 200 Exabyte al mese, che corrispondono a 200 miliardi di miliardi di byte.
Rimedi
Tutto questo è sufficiente a vanificare gli sforzi compiuti dai paesi che hanno aderito all’accordo di Parigi. Non si può pretendere di rallentare l’inevitabile processo di digitalizzazione, che come ogni cosa porta innegabili vantaggi, se vista in un’ottica responsabile. Bisogna piuttosto tentare di diventare più consapevoli riguardo qualcosa che è, al giorno d’oggi, parte integrante della nostra quotidianità. Non ci si deve far abbindolare dalla dematerializzazione delle attività portata dalla digitalizzazione. Questa, infatti, porta sì alla riduzione dell’uso di beni, come la carta, ma è compensata dal dispendio di energia e il rilascio di anidride carbonica che lo sviluppo tecnologico comporta. Il primo passo verso la risoluzione del problema sarà rendersi consapevoli del significativo ma subdolo impatto ambientale che abbiamo quando facciamo uso dei nostri dispositivi e apparecchi elettronici.