“Le persone più anziane dovranno fare dei sacrifici nella lotta contro il cambiamento climatico o i bambini di oggi dovranno affrontare un futuro di guerre per l’acqua e il cibo”. Mette i brividi e suona come un ultimatum, l’allarme lanciato dal vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans.
L'avvertimento dell'Europa
Se la politica sociale e la politica climatica “non uniranno le forze per condividere equamente i costi e i benefici della creazione di un’economia a basse emissioni di carbonio”, ha avvertito, il mondo dovrà affrontare la reazione di quanti temono di perdere il posto di lavoro o il loro reddito, alimentati da politici populisti. Un allarme sul quale non si può non riflettere. E mentre il mondo è ancora alle prese con l’emergenza scatenata dall’epidemia del Covid, con le immagini strazianti dell’India devastata dall’orrore dei cadaveri bruciati per strada, non possiamo voltarci dall’altra parte di fronte ad un pericolo ancora più grande. Non possiamo, tutti, ignorare l’avvertimento che arriva dall’Europa.
Il Recovery Plan
Tanto più che è chiaro che non sarà facile, per le società e per i governi , trovare una strada condivisa. «Non è solo una questione urgente, è una questione complicata – ha spiegato Timmermans - Dobbiamo trasformare la nostra economia. Ci sono enormi benefici, ma è una grande sfida. La minaccia più grande è quella sociale. Se non sistemiamo le cose, i nostri figli combatteranno guerre per acqua e cibo. Non ho alcun dubbio». Un po’ è anche la strada indicata nel Recovery plan italiano, che il premier Mario Draghi ha appena presentato all’Europa con l’indicazione di una svolta green dell’economia italiana. Affrontare il cambiamento climatico, ci fa notare il vicepresidente della Commissione Europea, sarà difficile e costoso, certo, “ma sempre meno di quanto lo sarà affrontare le conseguenze delle perturbazioni causate dal riscaldamento globale”, senza contare i grandi benefici che porterà alla nostra salute.
Reinventarsi
Saranno necessari cambiamenti epocali, spiega, l’abbandono dei combustibili fossili, per esempio, comporterà la fine di alcuni mestieri tradizionali, come quello dei minatori incaricati dell’estrazione di carbone, e i costi del cambiamento ricadranno in maniera disuguale sui diversi settori della società, a meno che non intervengano i politici. Per assicurare ai giovani un futuro, ribadisce, dovranno essere proprio le generazioni più anziane ad impegnarsi contro il cambiamento climatico. Gli anziani di oggi sono stati beneficiari del sacrificio di una generazione precedente, e ora sono chiamati a fare cambiamenti da soli, ha detto. Cambiare la vita delle persone al giorno d’oggi è molto difficile, ma farlo porterebbe i bambini di adesso a vivere in un mondo migliore. “E’ una sfida enorme per la politica. Dobbiamo recuperare quella sensazione di uno scopo – fare qualcosa non per se stessi, ma per gli altri, che credo abbia sempre portato la società alla sua versione migliore”. Una sfida da cogliere, insomma, tanto più incalza Timmermans, che se condiviso questo sacrificio sarebbe meno gravoso, sebbene per alcuni potrebbe voler dire cambiare stile di vita. Si tratta di mangiare tutti un po’ meno carne, di fare più attenzione all’acqua che usiamo, di usare meno le automobili, di ristrutturare le nostre case trasformandole in abitazioni a emissioni zero. “Non stiamo chiedendo alla gente di tornare alle situazioni degli anni ’30, non stiamo chiedendo alla gente di vivere dentro a delle grotte e di sgranocchiare erba. Ci vogliono forse uno o due passi indietro per poter fare un salto molto più avanti nel futuro”. Un appello su cui dobbiamo tutti, anche prima dei nostri politici, cominciare a riflettere, coinvolgendo genitori, amici, compagni di scuola. Tutti. Prima che sia troppo tardi.