In seguito a un nuovo studio, a cui hanno contribuito ricercatori italiani presso "Karolinska Institutet" dell’Università di Stoccolma, l’inquinamento atmosferico sembrerebbe contribuire al rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer. I dati per condurre lo studio sono stati ottenuti dallo Swedish National Study on Aging and Care in Kungsholmen (SNAC-K).
SI tratta di uno studio concentrato su una comunità di partecipanti di età pari o superiore a 60 anni. Colore che appartengono a una prima fascia di pazienti, dai 60 ai 72 anni, sono seguiti ogni sei anni, mentre per i pazienti da 78 anni in poi il monitoraggio avviene ogni tre anni.
Dopo aver selezionato un gruppo di persone, che a seguito di una valutazione neuropsicologica completa non abbiano evidenziato segni di demenza, è stata valutata l’esposizione residenziale a lungo termine al particolato, PM2.5 e PM10, e agli ossidi di azoto, NOx.
Dopo aver seguito correttamente per 12 anni i soggetti interessati, si è notato che in 301 hanno sviluppato un deterioramento cognitivo, con un’incidenza maggiore per l’esposizione a PM2.5. Tra questi 301, ben 118 partecipanti hanno successivamente sviluppato il morbo di Alzheimer. L' incidenza di fattore di rischio più elevata, anche in questo caso, riguarda l’esposizione al PM2.5.
La Commissione UE ha avviato un piano di azione chiamato “Azzerare l’inquinamento atmosferico, idrico e del suolo” per cercare di migliorare la qualità dell’aria in modo da ridurre il numero di morti premature causate dall’inquinamento atmosferico.
Cosa si può fare per ridurre l’inquinamento atmosferico?
Sono necessarie poche azioni quotidiane: seguire correttamente la raccolta differenziata, cercare di usufruire dei mezzi pubblici per gli spostamenti che lo permettono, portare sempre con sé una borsa di stoffa quando si va a fare la spesa così da evitare l’uso buste di plastica, bere da una borraccia di metallo o vetro e quindi lavabile piuttosto che utilizzare bottiglie di plastica, chiudere il rubinetto dell’acqua quando non serve -ricordiamo infatti che l'Italia è uno degli Stati con i consumi idrici più alti- non tenere il riscaldamento troppo alto e cercare utilizzare la luce naturale durante il giorno, riducendo in questo modo l’uso della luce artificiale al minimo indispensabile.
Tutti questi piccoli accorgimenti possono contribuire a migliorare la qualità dell'ambiente che ci circonda.