Ambiente
Le 5 opere d’arte che raccontano il cambiamento climatico
L’arte è da sempre un mezzo di comunicazione che fa leva su emozioni forti evocate da colori, forme, luci e soggetti. Tra i tanti temi che l’arte racconta c’è anche il cambiamento climatico
Gaia Canestri | 12 febbraio 2025

Forse agli occhi dei più le parole "cambiamento climatico" e "sostenibilità" non hanno radici profonde e si radicano più che altro nelle battaglie degli ultimi anni, a partire dalle manifestazioni "Fridays for future"; continuando poi con le azioni spesso considerate estreme degli ambientalisti e le decisioni politiche comuni come il Green Deal. Eppure già due secoli fa artisti dal calibro di Courbet, Delacroix e Monet ci raccontavano i drammi ambientali del proprio tempo attraverso pennellate e colori. 

La Francia lo sa bene che l'arte è un mezzo potente capace di suscitare emozioni e muovere coscienze spesso anche solo con un solo sguardo; così su iniziativa del Museo d'Orsay di Parigi è stata lanciata l'esposizione "100 opere che raccontano il clima", che saranno visibili tra marzo e luglio 2025 in 31 musei sparsi su tutto il territorio francese. 

Racconatare il cambiamento climatico nel 1800

Nel raccontare una realtà dura e senza filtri Courbet è il maestro: tutti conosciamo i suoi Spaccapietre ma il realista non si è limitato a ritrarre uomini. Nel 1873, dopo essere stato esiliato in Svizzera, Courbet si dedica alle nature morte dei pesci del fiume Loue. Tra questa troviamo anche "La trota" esposta al d'Orsay: nel quadro un pesce intrappolato, probabilmente incagliato su una roccia, vive i suoi ultimi attimi di vita. La drammaticità della trota che viene ritratta semi viva viene esaltata dai colori cupi e dalle pennellate che sembrano, a differenza del pesce, vive. Possiamo immaginare la volontà di Courbet di ritrarre la crudeltà umana e quella sofferenza che è comune a tutti gli esseri viventi, che questi lavorino duramente in una miniera o che siano solo pesci destinati a morire su una roccia. Indipendentemente dalla volontà iniziale del pittore, però, l'arte è potente perché permette ad ognuno di noi di costruire un messaggio differente cucito su misura sui nostri sentimenti. Oggi, ad esempio, potremmo vedere nell'immagine della trota una denuncia ad allevamenti intensivi e allo sfruttamento di animali destinati a morire solo per alimentare un desiderio che con grande probabilità si tradurrà in uno spreco alimentare.

Nello stesso periodo, nel 1876, Alfred Sisley ritraeva un quadro pieno di contemporaneità, "La barca durante l'inondaziome di Port-Marly". Nella primavera di quell'anno una piena della Senna aveva rotto gli argini inondando il comune di Port-Maryam, ed è proprio a questo evento che l'artista dedica ben 6 tele. In occasione della mostra una di queste sarà trasferita al Museo Girodet di Montargis che nel 2016 aveva subito gravi inondazioni. Non c'è bisogno di sottolineare come un quadro che racconta questo dramma sia oggi più che attuale che mai.

Il 900 e il futurismo 

Poi nel '900 si affaccia sulla scena il futurismo, l' esaltazione delle macchine, del progresso, della tecnologia e dell'industria che è la chiave del futuro. Seppure in modo diverso i quadri futuristi sono opere che ci pongono interrogativi ugualmente importanti a quelli suscitati dalle denunce di Courbet e Sisley. Come siamo arrivati a questo punto? L'industria, le fabbriche, i motori sono davvero il futuro? 

Tra 1910 e 1911 Umberto Boccioni, futurista italiano, dipingeva "La città che sale": un olio su tela che ritrae una Milano in costruzione tra impalcature, ciminiere e fabbriche. Non si tratta solo di un ritratto, ma di una vera e propria celebrazione e inno al progresso. È interessante vedere come in poco più di un secolo quel progresso tanto acclamato, l'industrializzazione, sia uno degli argomenti che più mettono in difficoltà il pianeta.

L'arte ai giorni d'oggi

Spostandoci nel campo dell'arte digitale e viaggiando di qualche decennio in avanti ci imbattiamo in Warming stripes, un'intuizione del climatologo britannico Ed Hawkins che si è trasformata in un'opera di grande impatto. Vi basterà visitare #ShowYourStripes per osservare un grafico che vi apparirà come una serie di strisce colorate le une accanto alle altre, dal blu intenso al rosso fuoco. Le strisce rappresentano la crescita della temperatura media dal 1850 ai giorni d'oggi; inoltre potrete selezionare il periodo storico e il luogo preciso in cui osservare l'innalzamento di temperatura. Il progetto si allontana dal concetto di arte che tutti conosciamo, ma vi lascerà senza parole proprio per la sua originalità.

A farvi rimanere senza fiato invece ci pensa Alper Dostal con la sua Hot Art Exhibition. L'artista che ha trovato il punto di fusione perfetto tra arte e cambiamento climatico, in tutti i sensi. L'esibizione infatti propone le opere d'arte più famose di Van Gogh e Picasso, Mondrian, Dalì, Much, Magritte e molti altri; ma al posto dei quadri nella loro interezza ci troveremo di fronte alle versioni sciolte a causa dell'innalzamento della temperatura globale. Così le stelle della celebre notte stellata e il tramonto dell'urlo colano sulla tela per arrivare, in goccioline e grandi colate di colore, ai nostri piedi. Lo scopo dell'esibizione è mostrare che tutto è estremamente interconnesso nel mondo e che il cambiamento climatico influenza ogni aspetto della nostra vita, a partire dall'ambiente che ci circonda fino alle stesse opere d'arte che rischieranno di scomparire insieme a noi.

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