Chi è Iena Cruz? E come hai scelto questo nome d’arte?
“Cruz” è la tag che ho scelto quando ho iniziato a fare graffiti nel 1997, ispirato dalla passione per lo skateboard che ho fin da quando ero piccolo e dalla mia tavola, una Santa Cruz. “Iena” deriva da una iena ridens con le sembianze cartoon che ho creato dopo il mio primo viaggio a San Francisco nel 2004, quando ho scoperto la street art. Con il tempo la mia ricerca personale e stilistica mi ha portato a fondere le due arti: quella del graffitismo con cui ho mosso i primi passi (soprattutto con gli spray) e quella della street art con cui ho approfondito e sviluppato le più svariate tecniche pittoriche, plastiche e scultoree. Quando sono arrivato a New York nel 2010 ho deciso di dedicarmi principalmente a murales di grosso formato; qui ne avevo la possibilità, cosi ho deciso di fondere i due nomi per firmare le mie nuove opere come Iena Cruz.
Hai intrapreso degli studi particolari per specializzarti nell’arte dei murales?
Non credo che esistano studi particolari per specializzarsi in murales, se non la pratica.
Qual è stato il tuo primo murale?
Ho realizzato il mio primo graffito nel 1997. Da lì in poi è cominciata l’esercitazione. Il primo murale di grosso formato l’ho realizzato nel 2011 a New York e si intitola Corrientes Furiosas Que Acaricia Y Que Destroza, “corrente furiosa che accarezza e che distrugge”. Rappresenta una grossa balena, circondata da tentacoli di piovra che la sfiorano gentilmente e minacciosamente allo stesso tempo. È un murale a tematica marina per rivitalizzare un palazzo abbandonato e degradato nel quartiere di Bushwick, a Brooklyn.
Come hai maturato l’idea di contribuire ai problemi ambientali attraverso la realizzazione di murales?
È una reazione alla società contemporanea e agli effetti delle nostre azioni sul pianeta. Viviamo in un’epoca definita Anthropocene, segnata dall’influsso umano sul pianeta Terra. Le grosse catastrofi ambientali che ci vedono responsabili dalla rivoluzione industriale in avanti hanno avuto un grosso impatto sulla mia sensibilità come persona e come artista, trasformandosi in esigenza espressiva: quella di trattare tematiche come il riscaldamento globale, il cambiamento climatico e l’estinzione degli animali.
Lo scorso 26 ottobre è stato inaugurato a Roma, in via del Porto Fluviale, il tuo murale chiamato Hunting Pollution, progetto sostenuto da Yourban2030. Il murale contiene una vernice in grado di assorbire lo smog e ripulire l’aria dall’anidride carbonica. In che modo hai realizzato questa tua straordinaria e funzionale opera d’arte?
Interamente a colpi di pennelli e rullo, camminando su un’enorme impalcatura che copriva tutti i sette piani dell’edificio. Utilizzando gli stessi elementi del palazzo, come finestre e balconi, ho tracciato un reticolato che mi servisse poi da linea guida per realizzare il mio disegno a mano libera. Sono stato assistito da quattro persone durante la creazione del murale, di cui una appositamente per la preparazione dei colori che seccano dopo solo quattro ore, essendo a base cemento. Ciò richiede una costante preparazione calcolata dei colori richiesti, per evitare gli sprechi. Questo ruolo è stato ricoperto da Emiliano Rubinacci, amico e assistente personale del progetto. Le altre tre persone mi hanno aiutato a riempire più velocemente le campiture dello sfondo. È stata una lotta contro il tempo ma con un’azione d’esecuzione ben calcolata. Per una resa migliore sono state date due mani di pittura per ogni colore, il che tecnicamente è come realizzare il lavoro due volte. Hunting Pollution è stato realizzato in un tempo complessivo di 21 giorni.
La vernice di questo tuo murale green ha un limite di assorbimento dell’anidride carbonica?
I dati riportano 10 anni di durata. Vi sono molte informazioni al riguardo sul sito web di Airlite, www.airlite.com. Invito i lettori a consultarlo!
Cosa pensi a proposito dell’opinione comune riguardo ai murales?
Mi sembra che sia un’arte ancora non del tutto compresa. Penso che il muralismo si stia inserendo sempre più nel panorama mondiale dell’arte. La considero come una corrente artistica molto forte dei tempi odierni, pubblica e fruibile da qualsiasi persona senza nessun tipo di discriminazione. Lo spettatore e la città ne godono i benefici estetici e sempre più persone l’apprezzano e la richiedono.
Sei riuscito a trasformare la tua passione in un lavoro. Cosa ti sentiresti di consigliare ai giovani che intendono intraprendere un percorso come il tuo nel mondo dell’arte?
Considerate da diverse prospettive le possibilità che vi si presentano. Non siate chiusi in voi stessi. Siate ricettivi, pronti ad ascoltare e valutare anche le opinioni altrui. Seguite il vostro istinto. È un lungo percorso che darà risposte e chiarimenti solo col tempo e con tanta ricerca personale. La competizione non è con gli altri ma con noi stessi: superare i propri limiti e i propri orizzonti è l’impresa più difficile. Io ci lavoro ogni giorno. Avanti tutta!