La tutela del paesaggio è uno dei valori fondamentali della Costituzione, e l'economia italiana non può prescindere dalla protezione del patrimonio culturale. È quanto emerge dalla lettera inviata dal presidente Sergio Mattarella a Vanity Fair per celebrare i 75 anni della Repubblica Italiana.
La lettera del presidente della Repubblica
Il presidente Mattarella, ritratto anche sulla copertina della rivista con il titolo "Cara Italia ti scrivo", si richiama ai valori espressi dalla Costituzione, rifacendosi soprattutto all'articolo 9: "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione". Con l'intenzione di leggere la Carta fondamentale "non come libro inerte bensì come documento vitale e fertile, capace di proporre un'etica pubblica condivisa dagli italiani", come espresso già da illustri costituenti come Aldo Moro o Concetto Marchesi, Mattarella sottolinea l'importanza che la cultura deve ricoprire per l'Italia, nell'"endiadi inscindibile" che mette insieme la bellezza e l'identità del nostro paese. Alla luce di ciò, quale deve essere il ruolo dell'Italia nel contesto internazionale? E quale ruolo può avere la cultura nella ripresa italiana dopo la crisi dettata dalla pandemia? La cittadinanza attiva, secondo Mattarella, comporta necessariamente un dialogo con le istituzioni nella promozione, lo sviluppo e la tutela dei beni culturali e paesaggistici, data la loro diffusione all'interno del territorio nazionale. Musei, teatri, librerie, accademie, festival culturali sono parte della stessa identità italiana, e devono essere vissuti con la consapevolezza del loro valore storico ed estetico, ma anche del loro potenziale economico, come ricordava già Ciampi nel 2003. Per questo sono fondamentali per il futuro del Paese, e delle giovani generazioni.
Il contesto
La lettera di Mattarella arriva in un momento nel quale la discussione sulla protezione del paesaggio si è incentrata attorno a una specifica questione, che vede schierati su due fronti opposti il Ministero per la Transizione Ecologica di Roberto Cingolani e il Ministero della Cultura, guidato da Dario Franceschini. Cingolani, infatti, ha presentato la proposta di ridurre i poteri delle Soprintendenze, organi del ministero della Cultura, per permettere l'installazione di pale eoliche in un'area più estesa di quella attuale, che potrà anche comprendere terreni non lontani dai luoghi tutelati. Cingolani ha annunciato la volontà del governo di puntare sull'installazione di numerosi nuovi impianti di energia rinnovabile, soprattutto eolica e solare, per un totale di 70 gigawatt di potenza. Il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani, intervistato da Repubblica, ha accusato le Soprintendenze di frenare la transizione ecologica.
La polemica è dunque accesa, e ruota attorno a un tema rilevante, attorno al quale entrambe le parti portano argomenti importanti, e si fanno portavoce di necessità fondamentali per il Paese. La transizione energetica verso un Paese più sostenibile è infatti un elemento fondamentale per la crescita dell'Italia, che non può tuttavia prescindere dalla tutela del proprio patrimonio artistico, bene storico che, come già ricordato, rappresenta anche una risorsa economica che non può essere trascurata.
Foto: Palazzo del Quirinale visto dalla Torre delle Milizie | Leoman3000 su Wikimedia Commons