A mente fredda, dopo aver lasciato trascorrere un congruo numero di ore e aver elaborato il lutto per la beffa all'ultimo minuto patita ieri sera dalla Juventus, mi sento di dire, a maggior ragione, viva Buffon! Grazie Gigi per aver detto, davanti a tutti, ciò che ciascuno di noi ha pensato ieri sera: l'arbitro inglese Oliver non era all'altezza di una sfida di questo livello. Inadeguato, inesperto, eccessivamente succube della magia, del fascino e del mito del Bernabéu, incapace di far presente allo squalificato capitano madridista Sergio Ramos che non poteva fare, sostanzialmente, l'allenatore aggiunto, prigioniero del regolamento e non in grado di interpretarlo in maniera sensata, capace di distruggere, in pochi secondi, l'immagine e la credibilità del calcio, arrecando più danni al Real che non alla Juve, come si evinceva chiaramente dagli applausi del tempio dei blancos all'indirizzo del portierone bianconero ingiustamente espulso per proteste.
Perché passi il dubbio rigore fischiato a Lucas Vázquez e trasformato all'ultimo respiro da Cristiano Ronaldo, passi la devastazione del capolavoro costruito da una doppietta di Mandžukić e dal gol di Matuidi nella ripresa, passi l'ennesima sottolineatura di quanto poco conti il nostro calcio a livello internazionale, passi l'umiliazione immeritata dei ragazzi di Allegri, passi tutto quel che vi pare ma l'espulsione di Buffon dimostra unicamente che il direttore di gara non ha capito nulla di ciò che stava accadendo, che non sapeva andare al di là di una mera interpretazione letterale di un manuale, che non possedeva e non possiede quel minimo di umanità, comprensione e saggezza senza le quali non ha più senso né lo sport né la vita stessa. Con arbitri come Oliver, infatti, tutto diventa tecnocrazia, burocrazia, freddezza, gelo, un mero calcolo robotico che nulla ha a che spartire con il calcio, la sua grandezza dolente e la sua tensione emotiva ai limiti dell'epica.
Mi dispiace per il Real perché, forse, meritava persino di passare, come ha ammesso sportivamente proprio Buffon, ma non così, con il suo pubblico ad applaudire un avversario anziché i propri idoli per quel senso di vergogna e di sportività che gli spagnoli ancora possiedono e certi commentatori italiani, evidentemente, non più.
P.S. Un prudente 0 a 0 casalingo consente al Bayern Monaco di qualificarsi alle semifinali a spese del Siviglia di Montella: è giusto così.