Non si fermano le proteste in giro per l’Italia da parte di commercianti, titolari di palestre e altri prprietari di attività che a seguito dell'ultimo Dpcm sono stati costretti ad una chiusura anticipata o definitva.
Manifestazioni violente
I fatti che emergono dopo le ultime notti avvenute tra Milano e Torino, dove i carabinieri sono stati costretti a intervenire e a portare in questura decine di uomini e donne che hanno deciso di manifestare in maniera brutale, fanno pensare che a scendere in piazza non siano solo i diretti interessati proprietari di negozi, ma anche chi ha voglia solo di creare dei disagi. A Torino non sono mancate le fiamme date ai cassonetti dell’immondizia, le vetrine dei negozi distrutte e saccheggiate e gli scontri con le forze dell’ordine; a Milano le forze armate hanno dovuto scagliare lacrimogeni contro una folla indomita che lanciava pietre dinanzi la sede della regione Lombardia. Le proteste non avvengono solo in mezzo alle strade, ma anche all’interno dei locali come è avvenuto a Pesaro. Qui la polizia ha dovuto fare irruzione in un ristorante in cui si stava svolgendo una cena tra 90 persone. Atto di ribellione da parte del ristoratore che ha risposto al Dpcm che prevede la chiusura alle ore 18 con:“ Potete arrestarmi, ma io non chiuderò mai”.
Manifestazioni pacifiche
Ma non in tutte le città le manifestazioni hanno avuto questo tipo di carattere. Questo perché chi aveva davvero voglia di far sentire la propria voce e mettere in piazza quelli che sono i problemi di chi lavora in ambito ristorativo, sportivo o culturale lo ha fatto in maniera pacata, ritrovandosi nelle piazza attraverso un appuntamento sui social network. A Palermo davanti il Teatro Massimo si sono radunati ristoratori, musicisti, barman e gestori di cinema, che attraverso una protesta silenziosa e con uno slogan semplice ma efficace “tu ci chiudi, tu ci paghi”, hanno detto la loro in merito alle chiusure imposte dal Governo, dicendo al governo che loro aderiranno alla chiusura perché è giusto che sia così, ma per farlo è necessario che ricevano dei sussidi adeguati.
La nostra inchiesta
È per questo che noi di zai.net abbiamo deciso di dare avvio ad una inchiesta dedicata a quanti in questo momento si stanno vedendo il mondo crollare addosso e stanno perdendo tutto. Daremo perciò voce ai loro problemi e alle loro richieste.