Attualità
Teatro, rabbia e rassegnazione: "Nonostante tutto non condanno il Governo"
Diamo voce a chi è in difficoltà. A tu per tu con Gloria Alfano, attrice teatrale costretta a fare i conti con lo stop del mondo della cultura
Laura Marta Di Gangi | 29 ottobre 2020

Mentre in Francia si è deciso un lockdown generale a partire da venerdì, tranne che per la scuola, in Germania e Italia bar e ristoranti potranno contintuare con il servizio a domicilio a partire dalle ore 18. Ma gli animi della gente non si placano e continuano a manifestare per le piazze, chi in maniera pacifica e chi invece con la violenza. Noi abbiamo deciso di dar voce, attraverso la nostra inchiesta, a tutti coloro i quali, in questo momento così critico per il mondo intero, sono stati penalizzati con la chiusura parziale o totale della propria attività, non per prendere posizione contro le scelte del Governo ma per far emergere le varie sfaccettature e realtà che hanno diritto di parola in questo duro periodo storico. L'intervista di oggi è stata fatta a Gloria P.M. Alfano una giovane attrice teatrale siciliana.

Per quale compagnia lavori al momento?

Io lavoro per la compagnia teatrale i Policandri. Avevamo preparato "l’Elettra" ed era programmata per questa estate perchè facente parte di un progetto chiamato "Teatro di Pan". Il progetto prevede la realizzazione di opere teatrali in teatri greci all’aperto, come il parco archeologico di Monte Iato, in collaborazione con la Regione Sicilia. Obiettivo era la valorizzazione di tali parchi. Il progetto ha avuto avvio nel settembre 2019, ma quando con il covid tutto si è bloccato, non sapevamo cosa sarebbe successo. Per fortuna l 18 maggio con la riapertura, la compagnia ha potuto continuare il progetto, nel rispetto delle normative anticovid quindi con il dovuto distanziamento degli attori in scena, senza alcun tipo di contatto e con l’utilizzo di guanti. È stato difficile perchè nel teatro il contatto è fondamentale, ma nonostante tutto ci siamo adattati e siamo riusciti a portare in scena l’opera. Le stesse misure sono state adottate per il pubblico, seppur all’interno di un teatro all’aperto comunque erano previsti massimo 80 spettatori e ben distanziati tra loro.

Cosa ne pensi della decisione di chiudere i teatri?

Il nostro è un settore in perenne bilico e nonostante i numeri segnino che su 23 mila persone ci sia stato un solo contagiato in sala, i teatri non sono visti come un luogo virtuoso di distanziamento. Nei teatri al chiuso il distanziamento è d’obbligo, inoltre non è un luogo in cui si è soliti andare per parlare quindi l’uso della mascherina non è difficoltoso. Capisco la difficoltà di ristoranti e bar, ma il settore del teatro è nelle stessa situazione e il fatto che nessuno si indigni per ciò mi lascia basita.Sono favorevole alle manifestazioni avvenute a Milano con i bauli neri e a Palermo dinanzi al Teatro Massimo, perchè sono una forma di espressione e così facendo si è dato un esempio importante.

Il Governo ha parlato di sussidi per coloro che, in questo momento, stanno subendo la chiusura della propria attività e lo stop del proprio lavoro. Per voi lavoratori del mondo dello spettacolo, cosa è previsto?

Al momento questa è una zona d’ombra in quanto era previsto un sussidio di 600 euro, ma spesso non vengono pagati i contributi. Purtroppo non sono tutti che mettono in regola e se non si soddisfano i requisiti per il bonus, non è possibile riceverlo. Per fortuna io e i miei colleghi siamo stati tutelati dalla nostra compagnia, perciò siamo stati pagati. Un’altra piaga del settore teatrale è il fatto che noi solitamente veniamo pagati a fine progetto, cosa che non avviene in altri settori che invece vengono pagati subito. Non bisogna dimenticare inoltre che nel mondo del teatro non sono presenti solo le figure di attori e registi, ma ci stanno dietro una mole di figure professionali che necessitano anche loro di essere tutelati e pagati.

Perché, secondo te, il settore culturale è stato penalizzato così tanto?

Questo accade perchè purtroppo ancora oggi il mondo del teatro non è visto come un lavoro, ma come un hobby. Noi ci stiamo quasi rassegnando all’idea di dover avere un piano b per poterci mantenere, il che è una cosa paradossale che io per potermi mantenere devo fare altro pur avendo un lavoro in ambito teatrale. Io nonostante tutto non condanno il Governo, perchè è una questione davvero difficile da gestire, però non comprendo come determinati sport siano ancora praticabili ed altri no nonostante ci siano più contagiati proprio tra quelli che vengono ancora praticati. Il problema c’è ed è evidente, ma o c’è per tutti o non può essere ad intermittenza solo per alcune categorie.

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