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Twitter, il ban a Trump è irreversibile
“Le nostre politiche prevedono che le persone non incitino alla violenza. Se una persona qualunque viola questo punto dobbiamo tassativamente rimuoverlo dalla piattaforma. La nostra politica non permette alle persone di poter tornare indietro"
Erika Nicoletti | 12 febbraio 2021

Il ban inflitto dai social network all'ex Presidente Usa Donald Trump non sarà temporaneo ma a tempo indeterminato. A farlo sapere il numero uno di twitter Ned Segal, che ha confermato la decisione di non sbloccare Trump.

La posizione di Twitter

“Le nostre politiche prevedono che le persone non incitino alla violenza. Se una persona qualunque viola questo punto dobbiamo tassativamente rimuoverlo dalla piattaforma. La nostra politica non permette alle persone di poter tornare indietro". La linea del social network è chiara: le regole si devono applicare indipendentemente dalla figura pubblica della persona in questione e che, in questo caso, non lasceranno tornare indietro Trump , nemmeno in vista delle elezioni presidenziali del 2024. Queste le parole di Twitter inerenti alla scelta del ban perenne di Donald Trump :“Dopo aver controllato i più recenti tweet di Donald Trump e il loro contesto, specificatamente come sono li hanno recepiti e interpretati su Twitter e anche fuori, abbiamo permanentemente sospeso l’account. Il motivo è che ci potrebbe essere il rischio di un ulteriore incitamento alla violenza. Ai tempi Trump aveva ottenuto delle libertà speciali oltre le regole, per via della sua posizione. Tuttavia è andato oltre il limite che Twitter poteva accettare. Il nostro interesse è di lasciare che gli utenti ascoltino la voce dei politici del mondo. La piattaforma si erge sul principio che le persone hanno la possibilità di parlare di quello che preferiscono. Tuttavia abbiamo reso noto nel corso degli anni che questi account non sono esenti dal rispettare le regole di Twitter e non lo possono usare per incitare la violenza.”

Il dibattito

Censura o scelta giusta dettata dall'incitazione all'odio? Dopo l’assalto a Capitol Hill dello scorso 6 gennaio, Trump è stato sospeso dai social con l'accusa di aver incitato i suoi sostenitori che hanno messo a ferro e fuoco il Campidoglio di Washington. "Incitazione all'odio" è l'accusa con cui Twitter &co hanno eliminato il suo profilo, in linea con i principi base con cui i social intervengono in caso di segnalazione. Quelle che dovevano essere misure momentanee si sono trasformate in misure a tempo indeterminato e immediatamente l'opinione pubblica (a prescindere dal sostegno o meno a Trump) si è divisa: chi sostiene che sia una scelta legittima in linea con il regolamento interno; chi sostiene che sia una censura immotivata applicata a uno dei personaggi più influenti del momento.

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