Attualità
Rientro a scuola, top o flop?
Tra pregi e difetti, i ragazzi ci spiegano cosa significa tornare tra i banchi al 50%
Gaia Giarrusso | 15 febbraio 2021

Sono passate ormai tre settimane dall’emanazione del Dpcm che prevedeva il cambiamento di colore delle varie regione d’Italia e ha inevitabilmente cambiato la nostra quotidianità in quanto il cambiamento di colore delle diverse regioni ha anche concesso la riapertura di numerose attività, come ad esempio i ristoranti e, a grande richiesta, le scuole che sono tornate in presenza interrompendo la didattica a distanza, anche se in maniera parziale. 

Il dibattito

La problematica “scuola” è stata dibattuta molto tra insegnanti, alunni e genitori i quali hanno organizzato diverse manifestazioni per incitarne il rientro. La DaD (didattica a distanza) presentava diverse falle nel suo sistema: carenza di partecipazione ed interesse da parte degli studenti, eccessivo carico di lavoro ed eccessive ore passate davanti ad uno schermo, per non parlare dei numerosi problemi dovuti a mancanza di connessione durante le lezioni o impossibilità da parte di alcune famiglie di possedere i mezzi elettronici necessari al compimento di queste. Nonostante ciò il tempo trascorso in DaD è stato molto produttivo e ha consentito a tutti gli studenti di seguire le lezioni nel modo più efficace possibile senza che si perdessero alcuni “pezzi” per strada delle varie conferenze. 

Ma il rientro a scuola è stato davvero efficace e ha davvero risolto questi problemi?

Innanzitutto bisogna precisare che la maggior parte delle scuole ha adottato il metodo di didattica al 50%, dividendo gli alunni in due gruppi che, alternandosi, seguono prima le lezioni in presenza e poi in DaD e viceversa. Si è cercato inoltre di ridurre al minimo gli assembramenti e i contatti tra gli studenti, obbligando l’uso della mascherina al banco durante tutta la mattinata, distanziando i banchi, installando dispenser di igienizzante mani in varie aree degli istituti e scaglionando gli ingressi in modo da modificare gli orari scolastici di ogni classe. Ad oggi la maggior parte degli studenti non è soddisfatta di queste norme e molti affermano che, se questo deve essere il prezzo da pagare per tornare in presenza, avrebbero preferito continuare i loro studi da casa in smart working. 

Le problematiche

Il problema principale riguarda il gruppo di ragazzi che segue le lezioni a distanza: gli insegnanti spesso non riescono a coinvolgerli nelle attività prestando più attenzioni ai ragazzi che si trovano nella loro stessa aula, le connessioni internet di diversi istituti sono deboli e non consentono uno svolgimento fluido delle lezioni che siano prive di bug o momenti di audio e video totalmente bloccati. Tutto ciò causa ovviamente difficoltà ai ragazzi che si ritrovano con buchi e lacune. Altro aspetto che tocca molto gli studenti ma anche i genitori riguarda gli ingressi scaglionati: se giornalmente svolgo 5 ore di lezioni e il mio ingresso viene posticipato alle 9.00 del mattino, invece che alle 8.00, mi ritrovo a terminare le lezioni alle 14.00 e questo diventa un problema soprattutto per la mobilità, dato che nella maggior parte dei casi non sono stati incrementati e migliorati i mezzi di trasporto nelle diverse regioni. Lo studente che prima si spostava autonomamente deve ora far affidamento sui genitori o in casi estremi adattarsi con i mezzi disponibili che molto spesso lo obbligano a rientrare a casa ad orari improponibili, portandogli via tempo ed energie che dedicherebbe ad un breve riposo e poi allo studio e ai compiti. 

Lati positivi

Ovviamente però non è tutto negativo: abbiamo ritrovato un minimo di contatto umano che si stava perdendo, abbiamo ripreso la nostra quotidianità e siamo tornati in parte alla normalità o quanto meno ci abbiamo provato, abbiamo avuto la possibilità di sentire una voce umana che ci spiegasse gli argomenti scolastici, anche i più pesanti, al posto di una voce metallica e robotica intaccata dalla tecnologia, abbiamo rivisto dal vivo i nostri amici e compagni, anche quelli che magari non abbiamo mai sopportato ed è stato tutto normale sotto certi punti di vista. Ma questo ritorno alla normalità e bisogno di contatto umano, vale davvero il rendimento scolastico dei vostri ragazzi anche se la situazione mette a repentaglio la loro cultura? 

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