Attualità
Dipendenza da cellulare, i dati allarmanti dalla ricerca Samsung
Lo studio del 2019 sottolinea la presenza di una vero e proprio “abuso tecnologico”
Miryam Calvaruso | 12 aprile 2021

Secondo uno studio condotto dal famoso brand Samsung, Trade radar, il rapporto che unisce i giovani al loro smartphone è davvero speciale e allo stesso tempo molto pericoloso. La ricerca si basa sull’analisi delle opinioni espresse sul web da un campione di 1500 giovani tra i 20 e i 35 anni. I risultati fanno riflettere poiché sembrano presagire un vero e proprio stato di dipendenza.

Il rapporto tra i giovani e lo smartphone

Secondo le interviste condotte dagli esperti risulta evidente il legame quasi morboso, che rende il cellulare molto più di un semplice strumento tecnologico. Esso è considerato dai più giovani soprattutto, una parte essenziale del loro essere e perché no anche del loro apparire. Circa l’88% dei ragazzi intervistati, ha ammesso di non riuscire a separarsi neanche un secondo dal loro telefono cellulare. Questo ci porta ad affermare con assoluta certezza che, ad oggi, questo stato di dipendenza comporti numerose problematiche come gravi stati d’ansia da parte, soprattutto, di adolescenti che guardano allo smartphone come conferma della loro identità. Secondo la suddetta ricerca, lo smartphone, risulta essere proprio una sfumatura della personalità di chi lo possiede. Il 71% dei giovani afferma di curarne ogni dettaglio come la scelta della cover, della suoneria, del salvaschermo e altro ancora.

Dipendenza da smartphone, il ruolo dei genitori e della scuola

La dipendenza dallo smartphone non è solo una nuova tendenza che gira tra i giovani ma ben altro. Samsung ha infatti rilevato delle statistiche quanto la situazione sia davvero preoccupante. Siamo in presenza di una vera e propria “alert addiction” o altresì chiamato “abuso tecnologico”, che porta con se particolari conseguenze come la stanchezza, il calo di rendimento scolastico, l’allontanamento degli amici e tanto altro. Per arginare e contenere questo fenomeno la scuola e la famiglia, in quanto primi educatori, devono collaborare per un intervento tempestivo al fine di ripristinare una condizione di benessere per i ragazzi, riportandoli ad un utilizzo naturale dello smartphone o di altri strumenti elettronici.

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