Mentre a Barcellona Iniesta disputava il suo trentottesimo e ultimo Clasico, terminato sul 2 a 2 grazie alle reti di Suárez e Messi per i blaugrana e di Cristiano Ronaldo e Bale per le merengues, in Italia una Juve solida e determinata si aggiudicava virtualmente lo scudetto, per la cui ufficializzazione manca ormai giusto la matematica. Battendo 3 a 1 il Bologna nell'anticipo di sabato, infatti, i bianconeri hanno dimostrato di possedere una fame sconosciuta alle rivali e, in particolare, ad un Napoli che, al netto dei gravissimi attacchi di De Laurentiis all'incolpevole Sarri, ha avuto il torto di non saper gestire la vittoria nello scontro diretto dello scorso 22 aprile, quando sembrava davvero che il tricolore potesse essere scucito dalle maglie juventine.
La differenza fra queste due compagini sta tutta qui: la Juve ci crede sempre fino alla fine, come recita anche il suo motto, il Napoli no e ieri, pareggiando per 2 a 2 contro un Torino che non ha più nulla da chiedere a questo campionato, ha gettato alle ortiche l'ultima possibilità di alimentare ancora per un po' il proprio sogno.
Sabato sera la Juve non ha giocato bene, non è stata brillante e, anzi, nel primo tempo, andando sotto a causa del rigore messo a segno da Verdi dopo che Rugani aveva steso Crisetig in area, ha rischiato seriamente di sbandare. Nella ripresa, tuttavia, Allegri ha pescato dal cilindro il genio di Douglas Costa, neo papà, il quale ha letteralmente spaccato la partita, ribaltandola e favorendo il cambio di passo dei suoi. E così sono arrivate: l'autorete di De Maio, il raddoppio di Khedira e il tris di Dybala, oltre a una miriade di occasioni gettate inspiegabilmente al vento dalla solitamente prolifica macchina bianconera.
Il Napoli, al contrario, pur essendo passato due volte in vantaggio grazie alle reti di Mertens e Hamsik, non ha saputo amministrare il risultato, lasciandosi riacciuffare dai gol di Baselli e De Silvestri e ponendo, di fatto, fine alla propria rincorsa.
Per il resto, sempre sabato, il Milan ha vendemmiato contro il Verona (4 a 1) e ora è determinato ad andare a vendere cara la pelle mercoledì all'Olimpico contro una Juve alla ricerca della propria quarta Coppa Italia consecutiva.
Bene poi la Roma, vittoriosa nel posticipo contro il Cagliari grazie al gol del genietto turco Ünder. Maluccio la Lazio, fermata nel pomeriggio dall'Atalanta (1 a 1). Si rifà sotto l'Inter di Spalletti che, con il 4 a 0 inflitto all'Udinese degli ex juventini Tudor e Iuliano, mette seriamente nei guai la compagine friulana.
Il Sassuolo (1 a 0 alla Samp) è ormai matematicamente salvo.
L'ottima Fiorentina di Pioli ha battuto 3 a 2 il Genoa a Marassi e rilanciato le proprie ambizioni europee.
Il Chievo, battendo 2 a 1 al Bentegodi il Crotone, ha allontanato lo spettro della B e l'incubo di una città che tutto vorrebbe fuorché veder retrocedere entrambe le proprie squadre.
La Spal, infine, ha compiuto un passo forse decisivo nella corsa salvezza, battendo in casa per 2 a 0 il combattivo e dignitosissimo Benevento.
Se lo scudetto è ormai praticamente assegnato, la corsa Champions, quella per l'Europa League e la lotta per non retrocedere ci terranno col fiato sospeso fino all'ultima giornata.