A quasi cinque mesi dall'inizio della campagna vaccinale anti-Covid, dati incoraggianti sono stati pubblicati da una ricerca dell'Università degli Studi di Ferrara. Nonostante i timori iniziali riguardo a un'efficacia limitata dei vaccini, la realtà dei fatti nei paesi in cui buona parte della popolazione ha ricevuto almeno una dose di siero è diversa: dal 9 aprile nel Regno Unito non si registrano più di 50 decessi Covid al giorno, con una media di 10 nell'ultima settimana.
Lo studio sulla provincia di Pescara
Lo studio italiano per sondare l'efficacia effettiva di tre sieri a disposizione dell'Italia - Pfizer, Vaxzevria (Astrazeneca) e Moderna - è stato condotta dall'epidemiologo Lamberto Manzoli in collaborazione con l'Università degli Studi di Ferrara analizzando i dati della provincia di Pescara. Il vaccino Johnson&Johnson non è stato contemplato poiché l'arrivo delle sue dosi è stato successivo all'inizio dell'indagine.
I risultati della ricerca parlano inequivocabilmente: sui 37mila vaccinati presi in considerazione, -95% di infezioni da Covid, -99% dei casi di malattia sintomatica, -90% di decessi. Questo ultimo dato sarebbe del 100% se non fosse stato per la morte di un'anziana, che però aveva 96 anni.
Efficacia più alta di quanto ci si aspettasse
«Abbiamo condotto l’analisi con un po’ di paura. Tremavamo all’idea che non potessero funzionare», spiega Manzoli ad Adnkronos, «ma con grande sollievo i dati preliminari che abbiamo osservato sono davvero molto positivi».
I risultati dell'analisi si rispecchiano nella realtà epidemiologica dei paesi in cui la campagna vaccinale è in uno stato avanzato. In Israele, dove il 60% dei cittadini ha ricevuto almeno una dose (56% con ciclo completo), vi è una media di 32 casi al giorno aggiornata all'ultima settimana. Nel Regno Unito è stato sufficiente vaccinare il 53% della popolazione con una singola iniezione per avere meno di 3.000 casi quotidiani e non più di 30 decessi da molte settimane.
La questione varianti
Sebbene non sia da escludere che una qualche variante sia resistente ai vaccini, Manzoli assicura che i tre presi in analisi siano perfettamente efficaci contro la variante inglese, che è la predominante nella provincia studiata. Inoltre, è dei giorni scorsi la notizia per cui sembrerebbe che le mutazioni del virus siano destinate ad essere molto simili fra loro, e pertanto al momento non è necessario preoccuparsi della resistenza del virus ai sieri.