L'ingresso dei giovani nel mondo del lavoro è oggi caratterizzato da numerose difficoltà, e gli ultimi dati contribuiscono a testimoniarlo. Il 17 maggio il Consiglio Nazionale dei Giovani, ha presentato in un evento sulla piattaforma Zoom i risultati dell’indagine “Condizioni e prospettive occupazionali, retributive e contributive dei giovani”, realizzata in collaborazione con l’istituto di ricerca Eures. L’indagine, condotta tra febbraio e aprile 2021 su un campione di 960 individui della fascia 18-35 anni, aveva l’obiettivo di analizzare le prospettive dei giovani italiani “alla luce della più grave crisi economico-occupazionale degli ultimi decenni e della emergenza pandemica".
I dati
Lo scenario che emerge dal rapporto è dominato dalla discontinuità. Nei cinque anni successivi al completamento degli studi, infatti, gli intervistati hanno lavorato una media di tre anni e mezzo. Il lavoro ha occupato almeno l’80% del tempo solo per 4 giovani su 10, mentre la maggior parte si è trovata disoccupata più a lungo, e per un giovane su tre la percentuale è scesa sotto il 40%. Solo il 37,2% dei giovani nel campione ha oggi un lavoro stabile, e gli altri si dividono tra precari (il 26%), disoccupati (23,7%) e studenti lavoratori (13,1%). Per quanto riguarda la retribuzione, il 58,9% dichiara di guadagnare meno di 10mila euro annui, e solo il 7,4% dichiara di guadagnarne più di 20mila.
In questa situazione, l’autonomia resta per molti una meta difficile da raggiungere. Il 50,3% degli intervistati vive ancora con i propri genitori, e solo il 37,9% vive da solo o con un partner. La presenza di un lavoro stabile fa tuttavia alzare questa percentuale al 56,3%. Per quanto riguarda la casa, il 40% dei giovani non prova neppure a chiedere un mutuo, che è invece richiesto dall’11% degli intervistati, e solo il 12% vive in una abitazione della quale è proprietario. Le difficoltà economiche influiscono anche sulla possibilità di mettere al mondo dei figli, desiderio espresso dal 60,9% del campione.
I problemi non mancano neppure quando si riesce ad ottenere un impiego. Il 54,6% dei giovani ha infatti dichiarato di aver accettato almeno una volta di lavorare in nero, e il 61,5% di aver accettato lavori sottopagati. Il 13,6% dei giovani, poi, ha dichiarato di essere stato oggetto di molestie o vessazioni sul lavoro.
Il rapporto del CNG dedica poi una sezione alle aspettative dei giovani nei confronti della pensione, che il 44,4% immagina dopo i 70 anni. Si evidenzia in particolare una generale sfiducia nei confronti dell’attuale sistema pensionistico. Pur ritenendo che sia compito dello Stato garantire una pensione dignitosa (è il parere del 94% degli intervistati), la quasi totalità dei giovani non esclude infatti di ricorrere a una pensione integrativa, alla quale ha già provveduto il 15,7%.
Le proposte
Di fronte a questo scenario, la presidente del CNG Maria Cristina Pisani lancia al governo un appello chiedendo nuovi interventi, anche in occasione delle risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Tra le proposte, l’istituzione di un Osservatorio per monitorare gli impatti degli interventi e un tavolo di lavoro per lavorare su una pensione di garanzia per i giovani. Provvedimenti in linea con l’agenda 2030, che ha tra i propri obiettivi anche la riduzione del numero di NEET, i giovani che non studiano e non lavorano.
Foto | Facebook: Consiglio Nazionale Giovani