Cantano cori di libertà i protestanti della "Lega Braccianti" scesi in Piazza Montecitorio, a Roma, la mattina del 18 Maggio. Aboubakar Soumahoro è il sindacalista a capo della “Lega Braccianti” e portavoce degli “Invisibili” di tutta Italia. “Noi in realtà siamo visibili quando raccogliamo gli asparagi, siamo visibili quando lavoriamo sui cantieri, siamo visibili quando consegniamo il cibo, siamo visibili quando lavoriamo nei supermercati, siamo visibili quando moriamo sui cantieri” elenca il sindacalista e continua:“ Dal punto di vista del riconoscimento dei diritti, della dignità, siamo assolutamente invisibili e abbiamo deciso di uscire da questi bassifondi dell’invisibilità”. La loro protesta è rivolta ad ottenere tutele per i lavoratori agricoli non regolarizzati, malpagati e sfruttati. In piazza portano simboli della loro lotta, gli asparagi e gli altri prodotti della terra che sono costretti a raccogliere a pochi euro all'ora (alcuni lavoratori dichiarano di essere pagati 3-4 euro all’ora). La critica non si limita solo all’aspetto lavorativo ma si estende alla fondamentale questione Covid. “Il distanziamento è un lusso” afferma Soumahoro, contrario, inoltre, alla decisione affrettata di dare avvio al turismo quando molti lavoratori produttivi non sono stati ancora neanche vaccinati, definendo questa situazione una vera e propria diseguaglianza vaccinale. Il corteo alterna momenti di protesta attiva a momenti di silenzio per gli uomini e le donne caduti sul lavoro e per tutte le vittime morte annegate o scomparse, risucchiate in mare durante l’emigrazione.
Origine del movimento
La “Lega Braccianti” nasce nel clima della pandemia Covid-19 che ha portato alla luce alcune delle contraddizioni del settore agricolo denunciate dalle associazioni ormai da anni e ha evidenziato l’importanza dei flussi migratori per garantire la manodopera agricola. In Italia le misure di limitazione degli spostamenti hanno fatto in modo che molti lavoratori siano rimasti bloccati in un territorio senza potersi spostare,e altri sono stati licenziati per mancanza di contratti regolari e di permessi di soggiorno validi. Inoltre le ONG hanno da subito richiamato l’attenzione del Governo sul rischio sanitario: in Italia un numero compreso tra 12.500 e 17.500 braccianti vive in insediamenti informali, spesso senza acqua corrente. In questo ambiente ostile anche il distanziamento e le norme igieniche basilari diventano un privilegio. L’attivismo di Soumahoro si sviluppa proprio su questi punti chiave. I suoi obiettivi sono: la realizzazione di una “patente del cibo” che permetta ai consumatori di riconoscere quando un prodotto è realizzato in maniera etica, un piano nazionale per i lavoratori e la cancellazione dei Decreti Sicurezza (modificati il 6 ottobre 2020) che hanno aggravato le condizioni di vita e di lavoro per le persone di origine straniera.
Questa prima esperienza ha portato Soumahoro a lasciare il sindacato per fondare, l’11 agosto scorso, nell'anniversario della nascita di Giuseppe Di Vittorio (sindacalista della CGIL), la “Lega Braccianti”, con l’obiettivo di dare una voce diretta ai lavoratori “invisibili” italiani. Soumahoro dichiara di “voler essere uno strumento di riscatto dalla miseria socio-lavorativa per l’insieme dei braccianti” e intende realizzare iniziative concrete per migliorare le loro condizioni di vita e lavoro, tramite proteste, come quella del 18 Maggio, e dei tour nelle campagne italiane. Ha già fatto tappa a Canelli, in provincia di Asti, e a Torretta Antonacci nel foggiano per denunciare ciò che accade nei territori e raccogliere istanze e priorità direttamente dai campi.
Foto | Facebook: Lega Braccianti