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Gioco d'azzardo, 19 miliardi persi nel 2018
L'Italia è il quarto paese al mondo per perdite complessive, e il primo paese europeo per incassi collegati all'azzardo. Per contrastare il problema la giunta piemontese ha approvato un nuovo disegno di legge
Nicolò Tamburini | 24 maggio 2021

Nel 2018 gli italiani hanno speso nel gioco d’azzardo 106,8 miliardi di euro. Un dato in continuo aumento: 88 miliardi nel 2015, 96 nel 2016, 102 nel 2017. In un paese con cinque milioni di persone che vivono sotto la soglia di povertà si tratta di più di un campanello di allarme.

Il boom del gioco d'azzardo

Fino al 1992 il gioco d’azzardo in Italia era sempre stato considerato una pratica ad alto rischio sociale, quindi le concessioni rilasciate erano riservate a poche lotterie e al totocalcio. Le cose cambiano con i governi Amato e Ciampi: gli esecutivi in cerca di fondi per finanziare la spesa pubblica cominciano a varare una serie di provvedimenti per aprire un nuovo mercato dell’azzardo allo scopo di usarlo come leva fiscale. Con i governi Berlusconi dei primi anni duemila si crea una vera e propria nuova economia del gioco d’azzardo con la conseguente nascita e diffusione di grandi società concessionarie. I sistemi di gioco si diffondono in maniera capillare in tutto il paese e inizia il boom delle slot machine e dei Gratta e Vinci. Nel 2009 il governo di centro destra, col decreto d’emergenza per il terremoto de L’Aquila, introduce anche la possibilità di installare nelle sale i Vlt (videolottery), macchine da gioco collegate in rete che accettano anche banconote e offrono un payout maggiore. Viene inoltre dato il via libera per l’apertura dei casinò online.

Una proposta di riforma

Il contrasto al gioco d’azzardo in Italia era nel patto di governo tra Lega e 5 Stelle, ma non se ne è fatto niente. Oggi però la Lega mantiene le promesse e si prepara a portare in aula la riforma del gioco d'azzardo. La giunta di Alberto Cirio, infatti, presidente della regione Piemonte, ha approvato il disegno di legge per mettere mano al sistema in vigore dal 2016 e nel giro di poco tempo l'iter approderà in Consiglio regionale, per discussione e voto. Le macchinette dovranno essere dotate di un lettore di tessera sanitaria in modo che solo i maggiorenni possano giocare. Per finire, piazza Castello stanzierà un milione di euro annui per la lotta alle ludopatie, oltre a istituire la giornata "Slot, no grazie!". «Siamo ovviamente aperti al dialogo con tutte le forze politiche che vorranno discutere seriamente in merito a questo testo, per migliorarlo e renderlo il più utile possibile per i cittadini e i lavoratori», spiega l'assessore regionale Fabrizio Ricca. 

I dati sul gioco in Italia

A fronte di una spesa totale di 106,8 miliardile vincite redistribuite sono state pari a 87,8 miliardi nel 2018. I giocatori italiani hanno quindi perso circa 19 miliardi di euro. Secondo una ricerca risalente al 2017, l’Italia sarabbe il quarto paese al mondo per perdite complessive al gioco d’azzardo (dietro a Stati Uniti, Cina e Giappone) e ormai da anni è la prima nazione europea per gli incassi fiscali derivanti dal gioco. Infatti, le perdite del 2017 hanno portato nelle casse dello Stato 10,4 miliardi di euro Secondo un’indagine sul gioco d’azzardo realizzata dall’Istituto Superiore di Sanità nel 2018, almeno 18 milioni di italiani hanno giocato d’azzardo nel 2017 e i giocatori problematici sarebbero più di un milione e mezzo. Quasi un altro milione e mezzo presenterebbero rischi moderati di gioco patologico. Dati ancor più preoccupanti riguardano i giovani: circa 700 mila studenti fra i 14 e i 17 anni hanno giocato d’azzardo, sono tre milioni invece gli over 65 che giocano abitualmente, soprattutto con le lotterie istantanee, 60 mila dei quali manifestano problemi col gioco d’azzardo.  

L'identikit del giocatore

Attraverso i dati raccolti dallo studio e la letteratura, è possibile definire il profilo di un giocatore problematico: generalmente si tratta di un individuo di sesso maschile, con uno stile di vita poco salutare che include l’abuso di alcol, fumo e/o sostanze stupefacenti, che gioca soprattutto con le slot e con le Vlt. Caratteristiche peculiari del giocatore problematico sono un’elevata sensibilità alla noia e la ricerca di sensazioni appaganti, anche con un’alta propensione al rischio personale. Nei casi più problematici è possibile riscontrare anche estraneità al mondo che lo circonda, impulsività, incapacità di esprimere e percepire emozioni. Chi ha problemi col gioco tende anche a indebitarsi per soddisfare la propria mania. Secondo la già citata indagine dell’Istituto Superiore della Sanità, il 27,7% dei giocatori intervistati ha ottenuto prestiti da società finanziare rispetto al 4% dei non giocatori e il 14,2% ha chiesto anche prestiti a privati rispetto allo 0,9% dei non giocatori. Altro fattore importante è il luogo in cui si gioca: si preferiscono luoghi lontani dalla propria abitazione o dal luogo di lavoro e con la sicurezza di avare garantita la privacy delle proprie giocate. Un elemento che dimostra la percezione di vergogna sociale relativa al fenomeno del gioco compulsivo, che rende ancora più difficile la sua individuazione.

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