Attualità
Vaccini e Astrazeneca, facciamo chiarezza
Vaccinarsi contro il Covid-19 è davvero rischioso?
Paolo Orecchioni | 31 maggio 2021

Sebbene la campagna vaccinale stia procedendo spedita e con risultati ottimali sulla situazione epidemiologica, sono ancora molti i no-vax che esprimono dubbi sull'efficacia e sulla sicurezza dei sieri. 

La vaccinazione è una procedura sicura, collaudata ed efficace, l'unico modo per assicurare la fine della pandemia e un rilevante abbassamento delle pericolosità cliniche legate al Covid-19. Ma come funzionano i vaccini, e quali sono i rischi reali?

Come sono nati

I vaccini sono stati inventati nel 1796 grazie al lavoro profuso da Edward Jenner. Già dai primi tempi della sua vita professionale, l'idea di immunizzare la gente dal virus lo tormentava, e trovava in questa visione i vantaggi di una minore mortalità e di un conseguente inferiore dispendio di vite, che avrebbe giovato all'intera società.

Jenner aveva notato due aspetti della malattia: il primo è che i contadini a contatto con il vaiolo bovino prendevano e superavano la malattia in una forma molto meno grave, il secondo che i malati raramente si infettavano altre volte. Grazie a queste considerazioni decise di estrarre del pus infetto da delle mucche e imporre un processo di infezione. In questo modo riusciva a garantire l'immunizzazione dell'infetto senza farlo gravemente ammalare; infatti erano utilizzate piccole dosi di liquido, per ridurre il rischio che la malattia potesse uccidere l'infetto.

Da quel momento in poi il vaccino è diventato essenziale per la difesa dalle malattie infettive.

I rischi di Vaxzevria/Astrazeneca

Grande clamore hanno suscitato lo scorso marzo dei casi di trombosi successivi all'inoculazione del vaccino Vaxzevria prodotto dalla anglo-svedese Astrazeneca. 

Tuttavia, per definire questi rischi occorre partire da un'affermazione del professor Giuseppe Ippolito, uno specialista delle malattie infettive: «Nessun vaccino è sicuro al 100%, è invece sicuro al 100% che senza il vaccino continueranno a morire centinaia di persone al giorno».

Si è notato sì un aumento dei casi di trombosi tra le persone al di sotto dei 60 anni di sesso femminile; tuttavia le probabilità di incorrervi sono estremamente basse e, per quanto riguarda gli anziani, non può essere comparata con la letalità del Covid-19.

Prospettive di sviluppo

Secondo alcuni ricercatori, come Rolf Marschalek, è possibile modificare il vaccino per evitare il rischio di effetti collaterali come la trombosi. L'Aifa ha analizzato la questione per approfondire i casi e i rischi che si incorrono vaccinandosi, che sono stati resi noti i dati della ricerca: "I casi di trombosi hanno mostrato come caratteristiche comuni un’insorgenza tra 5 e 21 giorni dopo la vaccinazione, la presenza concomitante di trombocitopenia di varia gravità e un andamento rapidamente progressivo, spesso con il riscontro nei giorni successivi al ricovero di trombi in numerosi altri distretti vascolari, soprattutto venosi ma anche arteriosi".

Le trombosi sarebbero causate dall'adenovirus utilizzato come vettore per far riconoscere al sistema immunitario la proteina spike presente anche nel Covid. Altri sieri come Pfizer e Moderna utilizzano un metodo diverso, ed ecco perché non causano trombosi. Secondo il ricercatore Marschalek sarebbe quindi sufficiente modificare il modo in cui viene fatta riconoscere la proteina

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