Pomeriggio politico ieri a Bologna, dove al Teatro Celebrazioni ha avuto luogo un dibattito - organizzato da Il Resto del Carlino e dal Quotidiano Nazionale - tra i candidati che si contenderanno la carica di sindaco tra domenica e lunedì. Presenti quasi tutti: Federico Bacchiocchi (Partito Comunista dei Lavoratori), Fabio Battistini (centrodestra), Marta Collot (Potere al Popolo!), Luca Labanti (Movimento 24 Agosto), Matteo Lepore (centrosinistra e Movimento 5 Stelle), Dora Palumbo (Sinistra Unita per Bologna) e Stefano Sermenghi (Bologna Forum Civico e Italexit). Unico assente il candidato del Movimento 3V - Vaccini Vogliamo Verità, Andrea Tosatto, che ha declinato l'invito per via della sua opposizione alla norma del green pass. I partecipanti hanno avuto un minuto per rispondere a ciascuna domanda del moderatore.
Sostanze stupefacenti
Una delle domande più calde dell'evento, è stata quella che ha chiesto agli invitati la loro posizione sul referendum sulla cannabis e sul problema dello spaccio a Bologna. Lepore ha affermato che la corretta informazione deve essere la principale arma contro l'abuso di sostanze stupefacenti: "C'è un grande lavoro da fare nelle scuole e con le ASL, bisogna muoverci con responsabilità". Palumbo, in contrasto con alcuni dei candidati, si è espressa a favore della legalizzazione della cannabis: "Io ho firmato [per il referendum], tra i primi 200 mila. Bene la liberalizzazione, si darebbe un colpo alla criminalità organizzata. Inoltre, nei paesi dove l'uso di marijuana è stato legalizzato non ci sono stati aumenti di uso della sostanza". Collot - anche lei favorevole - sostiene che il problema spaccio vada visto da un altro punto di vista: molti giovani si ritroverebbero a fare i pusher per mancanza di alternative, e certamente non sono loro i veri responsabili, ma coloro che stanno "al vertice" della piramide. Battistini del centrodestra si è invece dichiarato sfavorevole alla liberalizzazione del consumo di cannabis: "Faccio uso di lambrusco", ha scherzato.
Il sogno di una città che cambia, ma senza paura
I ragazzi del Liceo Malpighi hanno chiesto ai candidati come una città in costante cambiamento come Bologna possa mutare senza però far paura. Lepore non crede ci sia un problema in questo senso: "Viviamo nella città più progressista d'Italia, i cittadini non hanno paura. Bisogna continuare a dare speranza alle giovani generazioni, come sempre abbiamo fatto qui". Non è dello stesso parere Sermenghi: "È inquietante che dei giovani si chiedano come la città possa non fare paura. Effettivamente, ci sono delle zone della città dove i negozi chiudono alle 17 e poi non si può più girare: il problema baby gang è grave". Bachiocchi teme che "maggiore sicurezza" si possa però tradurre in eccessivo controllo: "Non vorrei che così Bologna diventi una città ostile ai giovani". Più ideologica Marta Collot: "Come Bologna può non far più paura? Senza precarietà, contratti in nero, molestie sul lavoro, affitti agli studenti troppo cari, senza persone costrette a lasciare i propri quartieri per via della gentrificazione".
Gli affitti troppo alti
Gli studenti universitari del corso Informazione, Culture e Organizzazione dei Media dell'Università di Bologna, hanno invece chiesto come i candidati verrebbero incontro ai giovani fuorisede costretti a pagare prezzi esorbitanti per una stanza. Palumbo vorrebbe risolvere il problema alla radice: "Si continuano a costruire alloggi a costi medio-alti, le case sono state sottratte al mercato dell'affitto per Airbnb e gli studentati sono una realtà per ricchi. Il mio programma prevede la creazione di alloggi accessibili per studenti e la regolamentazione del mercato degli affitti brevi". Parla di nuove costruzioni anche Sermenghi: "In questa città serve il coraggio di fare nuova grande edilizia pubblica, come nel dopoguerra, con soldi pubblici". Battistini vorrebbe, da questo punto di vista, maggiore collaborazione con l'università: "Bisogna avere un patto di corresponsabilità con UniBo, con borse di studio e facilities. Se diventassi sindaco, ne parlerei direttamente col rettore". Collot, la più giovane dei candidati (27 anni), ha un ricordo fresco del caro-stanze: "La politica bolognese si dimentica degli studenti, a meno che non servano per portare prestigio all'Alma Mater. Bisogna legare gli affitti al reddito e convertire aree come le ex caserme in alloggi e spazi di aggregazione per giovani e studenti". Lepore, dalla sua posizione di assessore nella giunta uscente, ha detto di essersi già rimboccato le maniche per affrontare il problema: "L'anno scorso, con l'università abbiamo intervistato gli studenti e mappato la loro presenza dal punto di vista dell'alloggio. Abbiamo quindi cambiato le regole del canone calmierato e ci siamo messi in campo per batterci per una regolamentazione degli affitti brevi".
Cosa dicono i sondaggi?
Secondo i suoi cittadini, Bologna è una delle città meglio amministrate d'Italia. Il sindaco uscente, Virginio Merola del PD - eletto nel 2011 e rieletto nel 2016 - gode del 56% di popolarità. Un sondaggio pubblicato il 17 settembre da YouTrend/Quorum per Sky TG 24, incorona Lepore (centrosinistra) sindaco al primo turno con 59,5% dei voti. Segue molto distaccato Battistini (centrodestra), al 32,1%. Gli altri candidati guadagnano complessivamente l'8,4%. Per quanto riguarda le liste, il Partito Democratico si confermerebbe al primo posto, col 41,2%. Seguono Lega (15,2%), Fratelli d'Italia (12%), Movimento 5 Stelle (8,8%), Sinistra Unita per Bologna (5,7%), Forza Italia (5,5%), Verdi (2,9%), Anche Tu Conti (Italia Viva, 2,1%), +Europa (2%), Azione (1,2%), Coraggio Italia (0,7%). Le altre liste sommate insieme guadagnerebbero il 2,6%. Lo stesso sondaggio rileva la popolarità della giunta uscente attorno al 70%.