Anonymous ha hackerato i canali televisivi russi. Questo è solo l'ultimo degli attacchi del famoso collettivo che, interrompendo i programmi, ha questa volta deciso di mostrare sugli schermi russi i filmati della guerra in Ucraina, facendo scoppiare quella “bolla” di disinformazione e di censura in cui sembrerebbe riversare la popolazione.
La cyber-guerra
Gli hacker hanno violato i servizi di streaming Wink e Ivi e i canali tv in diretta Russia 24, Channel One e Moscow 24. Il gruppo ha poi rivendicato l'azione su Twitter, ormai strumento privilegiato di comunicazione, lo stesso con cui, il 24 Febbraio scorso, ha dichiarato il via alla cyber-guerra contro la Russia, schierandosi a favore dell'Ucraina. A causa degli attacchi verso la Federazione e il Cremlino, diversi siti governativi russi sono risultati inaccessibili. E così nei giorni scorsi abbiamo assistito all'evolversi di una guerra parallela, lontana dalle bombe. Una guerra del terzo millennio, che si muove lungo i fili della rete e ne fa un'arma potentissima. Dunque, mentre il collettivo continua i suoi sabotaggi alla Russia, cresce la curiosità attorno a quest'organizzazione dai contorni sbiaditi.
Cos’è Anonymous?
Attraverso la sua biografia di Twitter, il collettivo stesso risponde alla nostra domanda: "Siamo Anonymous, siamo una legione, non perdoniamo, non dimentichiamo". Sulla storia di Anonymous e la sua nascita non si hanno informazioni certe. Sembrerebbe che il movimento nasca nel 2003 e che prenda ispirazione dalla pratica della pubblicazione anonima sulle imageboard, siti dedicati alla pubblicazione di immagini dove il nickname "Anonymous" era assegnato a visitatori che commentavano senza identificarsi. Il concetto alla base del gruppo, inteso come un' "identità condivisa", si è sviluppato in particolare nell'imageboard 4chan, i cui utenti iniziarono a identificare Anonymous con una persona reale. La popolarità crebbe e si iniziò a vedere in Anonymous un gruppo rivoluzionario in lotta contro ingiustizie, violenza e poteri forti. Il team lavora a livello internazione nel campo dell'hacktivism, cioè l' attivismo hacker, attaccando governi, aziende, istituzioni e arrivando persino a pubblicare documenti ritenuti ingiustamente secretati. Nonostante non si possa delineare un codice etico del movimento, in vent'anni di attività Anonymus ha cercato di perseguire la libertà di pensiero, di espressione e di informazione, che deve essere alla portata di tutti, rivelando sconvenienti segreti e minacciando potenti istituzioni. Nell'immaginario comune, nonostante l'anonimato e il mistero che aleggia attorno agli hacker dell'organizzazione, Anonymous ha un volto. La celebre maschera di Guy Fawkes, membro più noto della Congiura delle Polveri del 1605, resa famosa dalla serie a fumetti V per Vendetta, è diventata presto simbolo dell'organizzazione in tutto il mondo ed è indossata dei suoi membri durante manifestazioni pubbliche.
Gli attacchi più celebri
Nel corso degli anni Anonymous ha lanciato attacchi anche nel nostro Paese. Uno dei più famosi è quello alla sanità pubblica nel 2016 con #OpSafePharma che aveva colpito maggiormente l'Istituto Superiore di Sanità, Ministero della Salute, Croce Rossa italiana, Agenzia Italiana del Farmaco e diverse USL regionali. Altro importante evento risale al 2020, quando insieme a LulzSec_ITA, un altro gruppo hacker, resero pubblici gli indirizzi IP e caselle postali di centinaia di partecipanti a gruppi Telegram di revenge porn. La prima intervista italiana ad un membro di Anonymous è stata pubblicata nel 2011 sul periodico Panorama da Riccardo Bastianello. Qui il membro del collettivo, chiamato Commander X diceva di essere: "una persona arrabbiata." Schieratasi a causa di "un desiderio, un bisogno essenziale: la trasparenza. Ma più ti guardi attorno, più ti rendi conto di quanto i governi nascondano le informazioni, i crimini, le strategie". L'intervista anticipava l'attacco alla Telecom del 2012. Sul piano internazionale Anonymous è noto per diversi attacchi lanciati verso la chiesa di Scientology, lo Stato israeliano, il Vaticano e anche grazie a numerose operazioni come quella di sostegno a Wikileaks. Nell 2010, per dare sostegno al sito Wikileaks, responsabile della diffusione di importantissimi documenti segreti riguardanti i potenti del pianeta, Anonymous aveva preso d'assalto i metodi di pagamento di Mastercard, Visa, Apple e PayPal, che impedivano agli utenti di effettuare donazioni per sostenere la causa. Nel 2015 attaccarono i canali di comunicazione dell'ISIS.
Dichiarazione di Guerra
Nella giornata di ieri, alla luce dei nuovi interventi, tramite un Tweet il collettivo chiarisce la propria posizione: "Noi siamo Anonymous. Siamo parte della più grande operazione di Anonymous mai vista e temiamo che alcuni governi ci possano vedere come una minaccia o creare qualche falso scenario per farci passare per i cattivi. Noi vogliamo la pace, non la guerra. Aborriamo la violenza. Siamo contro la gurrra, contro la brutalità della polizia. Abbiamo alzato le nostre bandiere contro gli aggressori molte volte, non sceglieremmo mai di far del male a qualcuno fisicamente."