Tra le pagine di Linkedin, il social network del lavoro, ci si può imbattere in una frase: “Molte persone associano il lavorare da casa a lavori secondari o poco dignitosi. Il razzismo sul lavoro è stupido a priori, ogni lavoratore merita rispetto e dignità”. Da questa citazione tutti noi dovremmo capire quanto sia assolutamente ingiusto e senza senso additare un lavoro inferiore rispetto ad altri ritenuti sempre veri e propri “lavori”.
Sostenere solo i lavori tradizionali da impiegati di ufficio è un atteggiamento privo di onestà intellettuale. Alcune realtà sono davvero poco comprese, e spesso si sente dire che “lavorare in remoto significa non lavorare”, che “è poco remuneratizio” o tipico di “piccole aziende sconosciute”. Invece essere un blogger, uno youtber, un influencer, un traduttore o un babysitter sono chiari esempi di veri lavori da non sottovalutare, al pari di un avvocato, un commercialista, un assicuratore o un collaboratore scolastico.
Di sicuro ci sono delle differenze: un lavoro da casa può esser gestito in modo autonomo, indipendente, scegliendo gli orari in base alle proprie abitudini quotidiane. Un lavoro "tradizionale" è gestito da un capo, che ti dice cosa fare, in che modo e quando farlo.
È assurdo che ancora oggi si sia portati a credere che un qualcosa sia migliore di altro, che si raggiungono obiettivi o desideri con un solo tipo di strada, ignorando l'esistenza di diverse rotte da intraprendere.