Attualità
I disturbi alimentari maschili sono socialmente accettabili?
Su tre milioni di persone affette da DCA in Italia, si attesta che un 4,1% siano uomini ma il rischio è che il numero sia ben più alto
Giulia Metalli | 4 aprile 2022

I disturbi alimentari non fanno distinzioni di età o di etnia, tantomeno di genere. Su tre milioni di persone affette da DCA in Italia, si attesta che un 4,1% siano uomini ma il rischio è che il numero sia ben più alto. Siamo noi a non vedere, dunque. 

Disturbi alimentari maschili

 Socialmente accettabili eppure sotto gli occhi di tutti,  i DCA si declinano al maschile in forme più subdole e ingannevoli. Non "solo" ossa in vista o abbuffate quindi e non si tratta più neppure di atti di compensazione come lassativi o vomito autoindotto, che non sono comunque estranei ai soggetti maschili affetti da questi disturbi, si tratta spesso di una vera ossessione per il cibo "pulito" che viene quasi glorificata, perchè affiancata ad un allenamento rigido volto alla creazione di un fisico muscoloso e perfetto. Il filo tra una sana attività fisica con una corretta alimentazione e la malattia è sottilissimo. Ciò che più preoccupa è che in questa nuova chiave di lettura i disturbi alimentari maschili non sono rari, quello che manca è il loro riconoscimento. 

La Sintomatologia

La sintomatologia di disturbi tanto delicati è diversa e spefica in ogni soggetto, quello che però si è cercato di fare tramite gli studi portati avanti dai centri di cura del comportamento alimentare, è di trovare dei generali campanelli d'allarme, segnali e sintomi di un'educazione alimentare sbagliata e tendente alla patologia. Gli obiettivi di forma degli uomini rispetto alle donne che soffrono di DCA sono generalmente diversi. Nel caso dell’anoressia nervosa gli uomini sono orientati a raggiungere la magrezza per dare visibilità alla muscolatura, negli adolscenti si punta alla ricerca ossessiva dalla "tartaruga". I maschi con bulimia nervosa mostrano anche differenze nella manifestazione dei sintomi. Mentre le donne hanno più probabilità di abbuffarsi con i dolci, gli uomini hanno più probabilità di abbuffarsi con cibi ad alto contenuto proteico e come la carne e sono anche meno propensi a dichiarare di aver provato la perdita del controllo o angoscia durante un episodio di abbuffata. La diagnosi più recente del disturbo evitante restrittivo dell’assunzione di cibo presenta una ricerca più limitata, data la sua scoperta relativamente recente come patologia riconosciuta, anche se la ricerca suggerisce una prevalenza crescente tra i maschi. La comprensione di questa ricerca ossessiva della muscolosità richiede una maggiore attenzione ai comportamenti compulsivi legati all’esercizio fisico, alla restrizione alimentare e ai comportamenti compensatori come caratteristica principale della malattia.

Le radici di un problema 

La manifestazione del disagio nel rapporto col cibo è dato, negli uomini tanto quanto nelle donne, dalle rappresentazioni culturali e sociali occidentali sempre più inclini a muscoli anatomicamente impossibili nell’uomo. Così l’ossessione per la palestra ed il fitness affiancato a diete, spesso non costruite da nutrizionisti sulla ma arrangiate da persone prive di competenze o addirittura "fatte in casa", finiscono per trasdformarsi in una malattia invisibile. Se pian piano la lotta contro i DCA e il loro riconoscimento sta dando i suoi frutti, con una maggiore consapevolezza generale per quanto riguarda il mondo femminile, quello machile sembra ancora inconsapevole non solo delle patologie in sé ma anche dei rischi. La scelta degli ideali fisici degli uomini non è comunque casuale e riflette pienamente la rappresentazione sociale delll'uomo in un mondo ancora fortemente impregnato di mascolinità tossica. Un uomo forte, che prende spazio, aggressivo, senza vulnerabilità. Un ideale non solo irraggiungibile, ma che getta nella vergogna tanti aspetti che fanno parte di ogni essere umano: la fragilità, l’indecisione e la passività ma sopratutto l'accettazione di un disturbo alimentare. 

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