Attualità
Bullismo e cyberbullismo: si può vincere e prevenire. Se ne parlerà domenica 20 maggio a Palermo
Roberto Bertoni | 16 maggio 2018

Si svolgerà domenica prossima a Palermo, all'Hotel San Paolo Palace, un convegno sul tema del bullismo e del cyberbullismo nelle scuole. A promuoverlo l'UDIR, il sindacato dei dirigenti scolastici, convinto che il fenomeno, per quanto grave e allarmante, si possa vincere e prevenire. Tra i relatori ci saranno: il medico esperto Vittorio Lodolo D'Oria, lo psicologo Giuseppe Lavenia, l'avvocatessa Vania Cirese e la dirigente scolastica Concetta Giannino. Concluderà i lavori Marcello Pacifico, presidente dell'UDIR.

Il tema portante dell'incontro riguarderà non solo e non tanto la pervasività e la pericolosità del fenomeno quanto, soprattutto, il livello di adeguatezza della risposta da fornire, puntando molto proprio sul grado di preparazione dei presidi.

I riferimenti normativi della materia sono legati a doppio filo alla legge del 29 maggio 2017, n. 71, dal titolo Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo, (17G00085) (GU Serie Generale n.127 del 03-06-2017).

Come si legge nel comunicato stampa dell'UDIR, "occorre, inoltre, obbligatoriamente aggiornare il Piano triennale dell'offerta formativa, attraverso apposita delibera del Collegio dei Docenti, prevedendo gli obiettivi rivolti alla formazione degli alunni. Ma anche riformulare il Patto di corresponsabilità educativa da condividere con i genitori, disporre nel Regolamento d’Istituto le misure disciplinari rieducative, non punitive, per eventuali casi".

E ancora: "L'azione più forte ed efficace rimane, però, sempre quella preventiva: quella che i docenti, appositamente formati dal referente scolastico e dalla scuola Polo regionale, svolgono periodicamente con gli alunni nelle classi, a cominciare dalle quarte e quinte della scuola primaria, al fine di insegnare quali sono i reati e i comportamenti illeciti nascosti anche dietro un semplice clic. L’obiettivo, infatti, è quello di formare i giovani e rieducarli ad una nuova modalità di comunicazione sui social, non aggressiva e fatta di parole "non ostili", mai generative di conflitti ma sempre ricche di “ponti” con il cosiddetto “altro da sé”. Tutto ciò, va attuato con l'aiuto di esperti psicologi, pedagogisti, legali e polizia postale in un'ottica interistituzionale".

L'auspicio comune è che la scuola italiana riesca a sviluppare al proprio interno gli anticorpi necessari per fronteggiare un'emergenza dovuta anche al progressivo disgregamento del nostro tessuto sociale.

Commenti