L’invecchiamento del nostro paese si avverte in maniera ancor più acuta nelle piccole realtà: borghi e paesi che tendono a svuotarsi e a morire lentamente. Ma siamo sicuri che sia l’unica direzione? Il piccolo comune di Monticchiello, frazione di Pienza nella provincia di Siena, ha provato a generare un modello alternativo e ha dimostrato che gli over 65 possono contribuire a rimettere in vita quei borghi che – per questioni anagrafiche e sociali – si stanno svuotando.
Negli anni ’60 gli abitanti del paese hanno dato vita al progetto sociale e culturale Teatro Povero di Montic chiello e alla Cooperativa di Comunità, una cooperativa di produzione di lavoro gestita dall’intero borgo. Siamo in un periodo storico di pro fondo cambiamento: per secoli la Val d’Orcia era stata caratterizza ta dal sistema economico e sociale della mezzadria e il venir meno di una cultura agricola ha contribuito a svuotare i borghi. “Un paese svuotato di servizi e di persone” racconta Fabio Rossi, direttore del Teatro Povero. “La cooperativa ha iniziato a dare posti di lavoro ai più giovani, soprattutto nell’ambito del turismo e della cultura e allo stesso tempo a ridare servizi alla comunità e in particolar modo agli anziani e ai più fragili. C’è una mescolanza tra generazioni che è supporto pratico ma anche condivisione e sostegno. Gli anziani giocano con noi, fanno tea tro con noi e ci danno opportunità e patrimonio di saperi che rilanciamo nel nostro lavoro, sia dal punto di vista teatrale che pratico”.
Cresciuto attorno a un’idea nuova di teatro chiamata “autodramma”, che ha preso qui forma per la prima volta, oggi il Teatro Povero è attivo su più fronti: gestisce servizi spazi poli-funzionali come il Granaio, l’ufficio turistico, l’edicola, il museo, il centro internet, due ristoranti, le Ciclofficine, la foresteria, i pacchet ti turistici, le attività di accoglienza per richiedenti asilo, l’assistenza sanitaria di base, una piccola biblioteca e un punto ristoro. Inoltre col labora nella gestione del museo del Teatro Popolare Tradizionale Toscano e cura rassegne e laboratori. La parola d’ordine è intergenerazione: “La popolazione anziana contribui sce a creare posti di lavoro per i più giovani. Ad esempio gestiamo itinerari turistici in cui gli ex partigiani, agricoltori, artigiani raccontano la loro vita e il territorio insieme ai ragazzi che fanno da guida. L’anziano non è solo assistito: è parte della comunità” ci spiega Fabio.
L’esperimento del Teatro Povero è stato sostenuto anche dalla politica di coesione Ue, che serve proprio a ridurre le disuguaglianze, anche tra territori. Secondo OpenCoesione, tramite Regione Toscana, la cooperativa ha ottenuto 180mila euro dal Fondo Europeo di Sviluppo Regiona le (POR FESR 2014-2020). Un progetto, in particolare, ha sostenuto il Granaio. Il luogo è “un emporio fisico e multimediale” dove i giovani del paese offrono servizi informatici agli anziani come il ritiro di certificati o referti e la compilazione di pra tiche online. “Vogliamo diventare un ponte che contrasti l’isolamento e lo spopolamento” racconta il direttore.
Negli ultimi 10/15 anni, Monticchiello sta riuscendo a interrompere l’abbandono giovanile di aree rurali destinate a scomparire. Oggi c’è un ritorno sempre più frequente di ragazzi che hanno studiato o lavorato fuori e che decidono di vivere nel piccolo borgo. Grazie al lavoro che offre la cooperativa, ci sono nuove opportunità per i giovani: turismo, campi, cultura. La comunità sta ringiovanendo sia demograficamente che culturalmente. Gli anziani non sono un ostacolo a questa trasformazione, ma anzi motore e propulsione di rinnovamento e cambiamento.
Secondo Legambiente, come emer ge dal convegno Paesi Fantasma. Territori nascosti dell’Italia minore, il 72% degli oltre 8mila borghi italiani conta meno di 5mila abitanti e ben 5.627 di questi paesini è a grave rischio abbandono. L’esempio di Monticchiello, dove anziani e giovani hanno deciso di fare alleanza ripartendo dalla cultura, potrebbe essere una proposta di cambiamento interessante ben oltre i confini della Toscana.