Patrick Zaki è stato condannato a tre anni di carcere dal Tribunale di Mansura. Il giovane egiziano, attivista per i diritti umani arrestato nel 2020 per le sue opinioni politiche espresse sui social, ha ricevuto la sentenza questa mattina a due settimane dalla sua laurea in Giornalismo ottenuta dall’Università di Bologna.
Ennesima doccia fredda per Patrick Zaki: dopo esser stato per 22 mesi in custodia cautelare in prigione fino al dicembre 2021 il giovane ricercatore ha ricevuto, nel corso dell'udienza tenutasi in data 18 luglio a Mansura, la condanna a tre anni di reclusione per l’accusa di diffusione di notizie false.
L’incubo del giovane ricercatore dell’Università di Bologna è iniziato il 7 febbraio 2020 quando il giovane all’aeroporto de Il Cairo, di ritorno dall’Italia per fare visita ai parenti, fu fermato dagli agenti segreti egiziani. Solo successivamente le autorità egiziane hanno comunicato l’arresto e i presunti capi d’accusa: minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento alle proteste illegali, sovversione, diffusione di false notizie, propaganda per il terrorismo. Zaki fu accusato, nello specifico, di aver pubblicato sul proprio profilo Facebook contenuti “sovversivi” nei confronti del Governo egiziano. Al centro dell’accusa post sulla libertà di orientamento sessuale ancora vietato nel paese del Nord Africa (dove resta in vigore la legge n.10 del 1961 dove gli omosessuali possono essere perseguiti penalmente).
L’avvocato del giovane ha commentato così all’Ansa la notizia: “Uno della sicurezza è venuto e ci ha detto solamente 'tre anni', poi hanno preso Zaki e lo hanno fatto uscire da una porta. Calcolando la custodia cautelare già scontata, si tratta di un anno e due mesi di carcere”.
Molte associazioni umanitarie e solidali hanno espresso solidarietà nei confronti di Patrick Zaki in queste ore. A esprimere rammarico e preoccupazione per questa sentenza anche Amnesty International Italia. Il suo portavoce Riccardo Noury ha infatti dichiarato: “Il peggiore degli scenari possibili. Patrick Zaki condannato a tre anni”.
Il peggiore scenario, in quanto, la sentenza non è soggetta ad Appello o Cassazione.