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Il futuro dei giovani? In pensione a 71 anni e con 1000 euro al mese
L'indagine del Consiglio Nazionale dei giovani e di Eures rivela stime allarmanti per il futuro degli under 35
Tommaso Di Pierro | 11 agosto 2023

È la scioccante verità riportata dall'indagine del Consiglio Nazionale dei Giovani e di Eures. Come riportato dal quotidiano la Repubblica e Il Sole 24 Ore, secondo le stime dell'Ocse si arriverà a un'età pensionabile di 71 anni per i giovani entrati nel mondo del lavoro a 22 anni nel 2020, mentre le stime del Cng sono anche peggiori. Anche lavorando fino a quasi 74 anni, le pensioni medie che si prospettano arriverebbero a circa 1099 euro al netto dell'Irpef per i lavoratori dipendenti. A determinare le pensioni basse sono le carriere discontinue e i salari bassi, associati al metodo totalmente contributivo con cui si calcoleranno gli assegni.

La presidente del Cng, Maria Cristina Pisani, sottolinea che "la combinazione di precarizzazione, discontinuità lavorativa e retribuzioni basse per i lavoratori under 35 non solo rende più difficile l'ingresso nel mercato del lavoro, ma determinerà la loro uscita solo per vecchiaia, con importi pensionistici molto bassi. Una situazione che, se non si interviene, sarà socialmente insostenibile".

Queste le proiezioni originali sul valore delle pensioni atteso nei prossimi decenni per i lavoratori dipendenti che oggi hanno meno di 35 anni: se la permanenza si protraesse fino al 2057, determinando così un ritiro quasi a 74 anni (73,6), l'importo dell'assegno pensionistico ammonterebbe a 1.577 euro lordi mensili (1.099 al netto dell'Irpef), valore che equivale a 3,1 volte l'importo dell'assegno sociale.

Per i lavoratori in partita iva (sempre con permanenza fino al 2057 e un ritiro a 73,6 anni) l'importo dell'assegno pensionistico ammonterebbe a 1.650 euro lordi mensili (1.128 al netto dell'Irpef), valore che equivale a 3,3 volte l'importo dell'assegno sociale.

"È necessario - prosegue Pisani - un dibattito più approfondito sulle questioni previdenziali: la questione demografica e il passaggio al sistema del 'contributivo puro' mettono infatti ulteriormente a rischio la sostenibilità del nostro sistema pensionistico".

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