La scuola in Francia è appena iniziata, ma la discussa ordinanza del ministro dell'Istruzione Gabriel Attal - che vieta alle ragazze musulmane di indossare la abaya in classe - sta già dando i suoi frutti. "Ci sono ragazze che si sono presentate in abaya ieri a scuola, credo che fossero poco meno di 300", ha commentato Attal alle televisioni francesi, specificando che solo 67 di loro non hanno accettato di cambiare l'indumento e sono state rispedite a casa. A ribellarsi alla nuova norma sono state soprattutto le studentesse più grandi, intenzionate a una vera e propria resistenza che però, secondo il ministro, non durerà a lungo: "Nei prossimi giorni dovranno tornare perché devono andare a scuola e allora vedremo se hanno o meno rispettato la regola, altrimenti continueremo a dialogare con loro".
L'abaya è una sorta di tunica indossata dalle donne in alcuni paesi a maggioranza musulmana, soprattutto nella Penisola Arabica. Non compre né il volto, né necessariamente il capo. La scelta di vietarla deriva dalla severa laicità della scuola francese, che non permette, ormai dal 1905, di indossare alcun simbolo religioso, nemmeno il crocefisso. Già dal 2004 è vietato per le studentesse indossare il velo.
Si attende ora la pronunciazione del Consiglio di Stato, che sta valutando il ricorso presentato dall'Associazione per i diritti dei musulmani. Secondo l'ente, il decreto "viola i diritti dei minori, in quanto si rivolge principalmente ai bambini musulmani, creando un rischio d'identificazione etnica a scuola". Ad aver scosso la comunità islamica francese è stata anche la velocità con la quale il ministero ha vietato la abaya, tramite un inaspettato decreto, ad appena quattro giorni dal ritorno in classe.