La pornografia è un termine generico che comprende immagini, video o semplicemente testi che ritraggono attività sessuali. Il suo uso tra i giovani, con l’avvento di Internet ha subito un incremento incredibile e da tabu è diventato un normale strumento per scoprire la sessualità. Dai giornali a luci rosse di un tempo si è arrivati a piattaforme che mettono a disposizione dei fruitori video di ogni tipo, tra cui i gettonatissimi "Hentai", animazioni giapponesi a sfondo erotico ma anche video molto spinti in cui violenza e mancanza di rispetto per il partner sono all’ordine del giorno.
La pornografia in Italia
L’Italia, stando ai dati di Pornhub del 2022, è il quinto paese al mondo in termini di traffico sul maggiore sito di pornografia, preceduto solo da Stati Uniti, Regno Unito, Giappone e Francia, con una durata media delle visite di 9 minuti e 43 secondi, in linea con quella degli altri Paesi. Le visite avvengono in larghissima parte dallo schermo del telefono, mentre solo un utente su dieci utilizza il computer o il tablet.
I rischi e le derive
Ma al di là dell’innocuo utilizzo della pornografia, i rischi di rendere pubblici e accessibili a tutti degli atti sessuali sono numerosissimi. In Italia è aumentato nel giro di un solo anno il numero di gruppi e canali Telegram dove è possibile scambiare materiali hard il più delle volte non consensuali: sono almeno 13 milioni le persone stimate che guardano o hanno guardato immagini di questo tipo nel nostro pese. Nella categoria di contenuti non consensuali rientrano anche le immagini riprese in modo volontario durante un atto sessuale ma inizialmente destinate a restare private. Sempre su Telegram, si contano oltre 230 gruppi e canali attivi dove si possono scambiare video o immagini intimi; il più popolato conta circa 540 mila utenti e le categorie più richieste sono le bambine, nonostante dalla piattaforma vengano rimossi circa 35mila video al mese. I canali di scambio di materiale pornografico permettono nell’80% dei casi di scambiare informazioni e dati personali insieme a immagini e video. L’altro grande rischio della sessualità in rete è la pedopornografia, abuso sessuale infantile che coinvolge la produzione di contenuti che rappresentano video o immagini di minori in attività sessuali esplicite. Nel 2022, il centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online della polizia postale (CNCPO) si è occupato di circa 4.542 casi e 149 arresti. Dei 25.696 siti online visionati dal CNCPO, 2.622 sono stati inseriti in black list, ovvero oscurati al pubblico, in quanto presentavano contenuti pedopornografici.
Pornografia sì o pornografia no
Eppure da sempre gli adolescenti scoprono la sessualità attraverso foto o video pornografici. Un uso moderato può anche incidere positivamente sulla salute sessuale della persona, consentendo l’autoesplorazione e ampliando la consapevolezza sessuale. Ma anche la pornografia, come tutto ciò che troviamo online, richiede una fruizione consapevole e cosciente. Il rischio più frequente è infatti che essa si sostituisca all’educazione sessuale, portando noi adolescenti a pensare che ciò che si vede online sia uguale a ciò che accade tra le lenzuola e quindi replicabile. Il porno non mostra gli imbarazzi, le défaillance, le emozioni, il rispetto, la complicità, gli errori e la soglia del dolore che fanno parte della normale attività sessuale delle persone e portano quindi a pensare che tutto ciò che non è perfettamente pornografico sia sbagliato.