Torna, come ogni anno dal 2007, il Rapporto dell'Osservatorio Europeo sulla Sicurezza di Fondazione Unipolis e Demos & PI, quest'anno giunto alla quindicesima edizione e intitolato Il tempo della paura fluida. Accanto all’analisi delle fonti di insicurezza dei cittadini, che parte dal quadro europeo per andare poi in profondità sul caso nazionale, approfondendo le specifiche dimensioni dell’insicurezza nel contesto italiano, la nuova edizione si focalizza sulle paure e le speranze dell’adolescenza tratteggiate a partire dalla prospettiva degli adulti su diverse dimensioni: la sfera individuale, relazionale, scolastica, lavorativa, sociopolitica e mediale. La ricerca è stata effettuata su un campione di oltre 4.000 cittadine e cittadini con una parallela rilevazione europea su Italia, Germania, Francia e Finlandia.
Le insicurezze odierne dei giovani adolescenti (secondo gli adulti)
Come risulta dai dati del rapporto: uso di droghe, alcol e farmaci; dipendenza da dispositivi digitali; rischio di essere vittima di bullismo e depressione e l'incertezza delle prospettive lavorative sono i problemi più seri che - secondo gli adulti - devono affrontare gli adolescenti italiani di oggi. I dati indicano infatti che quasi un rispondente su tre indica la dipendenza da droghe e alcol come elemento di preoccupazione primaria (+ 40 Italia, +34 Francia, +24 Germania, + 29 Finlandia). Solo il 33% del campione italiano ritiene che internet, i social media e l'IA "consentano di essere più liberi nel rapporto con qualsiasi forma di potere". Il 66% degli intervistati ritiene infatti che IA, Internet e Social Media rendano i giovani adolescenti (13-19 anni secondo i parametri italiani) schiavi di nuovi poteri e il 71% crede che tali mezzi favoriscano l'indifferenza e il disimpegno sociale e politico tra i giovani. Inoltre, percentuali superiori al 70% ritengono che gli strumenti digitali aumentino "il rischio di credere in notizie e informazioni false" (72%) e provochino "la perdita di contatto con il mondo reale" (76%). Al contrario, c'è chi sottolinea come questi strumenti possano favorire "la possibilità di trovare notizie e informazioni corrette" (27%) e la "socialità e l'incontro con altre persone" (23%). Il 76% degli intervistati ritiene poi che gli adolescenti di oggi abbiano un maggiore rischio di soffrire d’ansia o di depressione. Il 12 e il 16% degli intervistati indica successivamente nell’incertezza del futuro, e, nello specifico, del futuro lavorativo degli adolescenti di oggi, una fonte centrale di ansia sociale. Un tema per altro fortemente connesso a quello lavorativo è la corrispondenza scuola-lavoro, un tema che divide l’opinione pubblica europea riguarda la natura “professionalizzante” del percorso formativo dei più giovani. Posto di fronte all’alternativa “secca”, il 57% degli intervistati ritiene che la scuola dovrebbe “fornire il prima possibile competenze adeguate a svolgere specifiche professioni”. Il 43%, per contro, predilige un percorso che “fornisca una cultura generale e rafforzi le competenze di base”. Solo in Finlandia quest’ultima prospettiva prevale su quella opposta. Nei rimanenti tre Paesi, la maggioranza dei rispondenti afferma di preferire un’impostazione che indirizzi a un “mestiere”, con una punta del 62% in Italia.
I giovani e la sfera individuale
Tra i problemi dell’adolescenza inerenti alla sfera individuale, percentuali inferiori riguardano “il rapporto problematico con il proprio corpo” (8%), “il rapporto problematico con il cibo e l’alimentazione” (6%) e “la vita sedentaria” (6%, ma con una punta del 22% in Finlandia). Un'attenzione ancora più bassa si rileva a proposito della “scarsa importanza attribuita alla religione”: appena il 3%, con un punteggio medio di 5. Si tratta, ciò nondimeno, della sfera della vita rispetto alla quale, secondo gli intervistati, l’importanza attribuita dagli adolescenti è maggiormente declinata, nel passaggio generazionale: il corrispondente indice è di -55 (in Italia -64). Altro dato importante è il rischio dei giovani di essere vittima del bullismo. A questo proposito, è interessante constatare come il dato riferito al caso italiano sia il più basso rispetto ai vari Paesi considerati (18%). In Francia e in Finlandia si raggiunge rispettivamente il 28% e il 26%. In Germania il 24%. In Italia, e in Francia, invece, preoccupano maggiormente altri tipi di violenza (rispettivamente 17% e 15%). Il parallelo tra Paesi, in riferimento al mutamento percepito tra adolescenti di oggi e quelli di ieri vede, per il caso italiano, l’amicizia come modello di relazione che ha saputo tenere meglio nel tempo, o ha saputo perdere meno rilevanza nel tempo (+ 24 Italia, +23 Francia, +25 Germania, + 20 Finlandia). Questo entro una cornice segnata da un deterioramento generalizzato, come emerge dalle opinioni raccolte, delle relazioni amicali (+18 rispetto al +31 di Francia e +25 degli altri due Paesi). Anche il cambiamento nella sfera della sessualità degli adolescenti pare avere segnato, all’incirca allo stesso modo, tutte le società europee indagate nella ricerca. In riferimento, poi, alla questione che rimanda alla tolleranza e al rispetto della differenza, come fare coming out da parte di un o una adolescente, il contesto italiano (66%) e quello finlandese (74%) appaiono come quelli più aperti oggi rispetto al passato; quindi, ambiti in cui è più facile condividere in modo aperto con gli altri il proprio orientamento sessuale. Interessante, inoltre, è il dato sulla famiglia. Anche in questo caso, nel confronto intergenerazionale, il mutamento pare avere investito in modo profondo la società italiana, considerata tradizionalmente “familista”. L’importanza di questa istituzione sociale, nella prospettiva degli intervistati a cui è stata chiesta una valutazione, è crollata nel tempo in modo consistente proprio in Italia (-19) rispetto a Francia (-7), Germania e Finlandia (-2/3).