Educare al disarmo nucleare: una missione difficile ma necessaria al giorno d'oggi. Ad occuparsene è Senzatomica, una campagna nata dai giovani per liberare il mondo dalle armi nucleari. La prima cosa che mi colpisce entrando nell'edificio sono proprio loro: i giovani che educano i giovani. La mostra che ha già fatto tappa in 70 città italiane, infatti, è curata da un team giovanissimo ed è stata visitata da più di 365.000 persone, di cui più del 40% studenti e studentesse delle scuole elementari, medie e superiori.
La mostra
Fino al 18 maggio sarà possibile visitare gratuitamente la mostra all'interno dell'Ospedale delle Donne in piazza S.Giovanni in Laterano a Roma.
Un viaggio alla scoperta della storia, dall'invenzione della bomba atomica all'attualità passando per i test nucleari e le tragedie di Hiroshima e Nagasaki. La mostra è articolata in cinque aree, ognuna con una caratteristica distintiva ma collegate dai principi del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari, fil rouge dell'intera esposizione.
Si parte con un'immersione nel passato, si torna ai tempi di Oppenheimer e dei test nucleari, ai giorni in cui la bomba atomica rappresentava l'invenzione del secolo, non la minaccia del nostro futuro. L'atmosfera suggestiva e le esposizioni vi catapulteranno nella mente di chi per anni ha lavorato allo sviluppo delle armi nucleari e di chi è riuscito a sopravvivere alla loro atrocità. Su uno dei cartelloni si legge "Sapevamo che il mondo non sarebbe più stato lo stesso. Alcuni risero, altri piansero, i più rimasero in silenzio", a parlare è l'inventore della bomba atomica, ma basta fare qualche passo avanti per incontrare la testimonianza di Setsuko Thurlow, sopravvissuta alla bomba di Hiroshima: "Quando avevo 13 anni, ed ero intrappolata sotto le macerie in fiamme della mia scuola, ho continuato a spingere. Ho continuato a muovermi per raggiungere la luce. E sono sopravvissuta". Le prime due aree, delle testimonianza e della memoria, si chiudono con un'esperienza immersiva per ripercorrere la storia dei bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki. La realtà virtuale vi trasporterà all'istante nelle strade delle città giapponesi e nelle macerie degli edifici distrutti, un'esperienza emozionante che vi farà ragionare a lungo sulla potenza e il pericolo di ciò che abbiamo tra le mani.
La terza area denominata la "libreria delle voci" è dedicata al presente. L'obiettivo, attraverso pannelli e cartelli, è quello di informare e consapevolizzare sulla presenza del nucleare nella quotidianità e su dati e tematiche poco conosciute dai ragazzi. Quanto spendono annualmente gli Stati per il nucleare? Quante armi sono presenti nel mondo? Chi ne detiene la maggior parte? E su quale territorio? Quante persone sono favorevoli e quante sono consapevoli dei rischi del nucleare?
Avvicinandoci alla fine del percorso incontriamo "il tavolo delle genti", un grande spazio dedicato al dibattito e alla condivisione delle riflessioni maturate durante la mostra. La visita si conclude attraversando il "tunnel dell'intenzione": uno spazio dedicato ai vostri desideri e volontà. Nel tunnel è posizionato un microfono al quale potrete riferire i vostri pensieri che verranno proiettati sotto forma di scritte anonime per stimolare la riflessione altrui.
I giovani per i giovani
La mostra si distingue sicuramente per il nobile obiettivo di educare a una tematica ancora troppo poco discussa tra i banchi di scuola, ma il vero punto di forza sta proprio nel team giovane che abbatte ogni barriera e distanza con i ragazzi.
Come ci spiega Carlo Abrate, segretario di Senzatomica, "quello della gioventù è un tema centrale. La campagna nasce con la volontà di rendere i ragazzi consapevoli dei rischi del nucleare e del loro ruolo attivo nella battaglia del disarmo: bisogna trasformare lo spirito umano per trasformare anche il mondo che ci circonda. Spesso si sente dire che i giovani non si impegnano abbastanza per cambiare il futuro e noi vogliamo dimostrare che non è così."
Senzatomica non è solo una mostra, ma la dimostrazione che la nuova generazione è pronta a collaborare, dialogare e lottare in prima linea per riscrivere, una parola alla volta, un futuro disegnato dalle generazioni precedenti.