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Chi sta dalla parte giusta non perde mai
La storia della vita e la scomparsa di Piersanti Mattarella
Classe IV CL, IV CS e IV AL del Liceo Archimede di Acireale (CT) di Miriam Schepis, Flavio SICILIA Leotta, Ginevra Marianna Carobia, Salvatore Alfio Bonafé | 3 maggio 2024

Secondo figlio di Bernardo Mattarella, Piersanti Mattarella fu eletto deputato dell'assemblea regionale nel 1967, entrando nella Commissione Legislativa Regionale di Regolamento del Consiglio di Bilancio. Fu rieletto nel 1971 e nel 1976, ricoprendo il ruolo di Consigliere della Presidenza con Delega al Bilancio. Nel 1978 divenne Presidente della Regione Sicilia con 77 voti su 100. Inizia così una fase di rinnovamento della politica.

Famoso l'episodio del febbraio 1979, alla Conferenza Regionale dell'Agricoltura, dove, di fronte all'attacco di Pio La Torre all'assessorato, indicato come centro di corruzione generale Mattarella non difese l'assessore Giuseppe Aleppo, ma riconobbe la necessità di una totale trasparenza nella gestione dei contributi agricoli regionali. Le parole di Mattarella preoccuparono Cosa Nostra, che ne progettò l'eliminazione.

Il 6 gennaio 1980, in Via della Libertà, a Palermo, Mattarella esce di casa per andare a messa, ma viene ucciso a colpi di pistola davanti alla sua abitazione. Inizialmente si pensò ad un attentato terroristico per mano di un gruppo neofascista, ma in seguito si giunse alla conclusione di omicidio mafioso. Nel 1989 Giovanni Falcone emise mandati di cattura per omicidio e favoreggiamento contro Valerio Fioravanti e altri esponenti dell'estrema destra, sospettati di aver partecipato all'omicidio su ordine di Pippo Calò. Dopo la morte di Falcone la pista dell'omicidio Mattarella come delitto di mafia venne confermata da Tommaso Buscetta. Il 12 aprile 1995 la prima sezione della Corte d'Assise di Palermo condannò all'ergastolo i boss Riina, Greco, Brusca, Provenzano, Calò, Madonia e Geraci. Fioravanti non fu incriminato a causa delle scarse prove giudiziarie.

Mattarella è stato il presidente del rinnovamento siciliano, capace di bloccare gli interessi economici che si annidavano nella speculazione edilizia e attuatore di politiche a sostegno della famiglia. La sua memoria è fondamentale per costruire la cultura della legalità.

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