Attualità
Covid e lockdown hanno invecchiato il cervello degli adolescenti
Il processo di maturazione del cervello degli adolescenti ha un'accelerazione media di 4,2 anni in più per le femmine e 1,4 per i maschi
Tommaso Di Pierro | 11 settembre 2024

lockdown imposti durante la pandemia di Covid, con l'obbligo di restare a casa e la chiusura delle scuole, hanno invecchiato prematuramente il cervello degli adolescenti. Le restrizioni sociali hanno velocizzato la loro maturazione cerebrale, con un'accelerazione media di 4,2 anni nelle femmine e di 1,4 anni nei maschi. È la scoperta di uno studio dell'università di Washington (UW), pubblicato sulla rivista Pnas (Proceedings of the National Academy of Sciences) e finanziato dalla Bezos Family Foundation istituita dai genitori dell'ex presidente e amministratore delegato di Amazon.

"Pensiamo alla pandemia di Covid-19 come a una crisi sanitaria, ma sappiamo che ha causato altri profondi cambiamenti nelle nostre vite, soprattutto per gli adolescenti", spiega Patricia Kuhl, autrice senior del lavoro e co-direttrice dell'UW Institute for Learning & Brain Sciences (I-Labs). Come riporta l'agenzia di stampa Adnkrnos, è stato ampiamente documentato che durante l'emergenza Sars-CoV-2 l'interruzione della routine quotidiana e delle attività sociali ha prodotto un impatto negativo sulla salute mentale dei teenager aumentando ansia, depressione e stress, specie nelle ragazze. Lo studio era stato avviato nel 2018 su 160 giovanissimi dai 9 ai 17 anni, mirato ad analizzare i mutamenti che si verificano normalmente nella struttura cerebrale nel corso dell'adolescenza. Gli scienziati avevano programmato di rivalutare i partecipanti nel 2020, ma la pandemia di Covid ha ritardato i test fino al 2021, cambiando di fatto l'obiettivo della ricerca.

"Ci siamo chiesti - racconta Neva Corrigan dell'I-Labs, autrice principale del lavoro - quali parametri ci avrebbero permesso di capire l'impatto del blocco pandemico sul cervello, cosa avesse significato per i nostri adolescenti non uscire, stare a casa piuttosto che con gli amici, a scuola o a fare sport". Così i ricercatori si sono concentrati sullo spessore della corteccia cerebrale, lo strato esterno di tessuto del cervello, indice del livello di maturazione cerebrale: più sottile è la corteccia, più 'vecchio' è il cervello. Sulla base dei dati raccolti nel 2018, gli scienziati hanno messo a punto un modello di assottigliamento corticale atteso nell'adolescenza. Ma riesaminando i partecipanti, l'80% dei quali è si è ripresentato alle valutazioni del 2021, hanno osservato che il loro cervello si era assottigliato più del previsto. In generale, ma in modo molto più marcato nelle femmine, la corteccia cerebrale delle ragazze risultava più sottile ovunque, in tutti i lobi di entrambi gli emisferi, mentre nei maschi l'assottigliamento riguardava solo la corteccia visiva.

La corteccia cerebrale si assottiglia naturalmente con l'età e questo avviene anche nei teenager, precisano gli autori. È noto che lo stress cronico e le avversità accelerano l'assottigliamento corticale, associato a un maggior rischio di sviluppare disturbi neuropsichiatrici e comportamentali. Molti di questi problemi, come ansia e depressione, spesso emergono durante l'adolescenza e le femmine corrono un pericolo più alto. Il nuovo studio lo conferma. Kuhl ipotizza che il maggior 'effetto lockdown' rilevato nelle ragazze rispetto ai ragazzi possa dipendere dal fatto che solitamente sono le femmine a fare più affidamento sulle relazioni sociali, a sentire di più la necessità di ritrovarsi con le amiche per parlare e condividere i propri sentimenti. I maschi, invece, tendono a riunirsi soprattutto per fare attività fisica. Bisogni diversi sui quali l'isolamento pandemico avrebbe interferito in maniera differente.

I ricercatori non sanno ancora se sia o meno un danno irreversibile. Per Kuhl è improbabile che la corteccia cerebrale si ispessisca di nuovo, però il recupero potrebbe avvenire con un rallentamento dell'assottigliamento corticale nel tempo, una volta riprese le interazioni fra pari. Per scoprirlo serviranno nuovi studi.

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