Rispondere al quesito “Perché ci droghiamo?” non è cosa facile e spesso le risposte sono ancora più complesse della domanda stessa. Quelle raccolte in queste pagine sono le testimonianze di alcuni utenti in cura presso il Centro di Prima Accoglienza della Fondazione Villa Maraini che hanno scelto di raccontare in prima persona le cause della loro dipendenza da sostanze, in modo da offrire una possibile risposta al nostro interrogativo attraverso il loro vissuto.
"Ho cominciato tardi, dopo i 22 anni. Ho iniziato a venderla, il che mi ha dato disponibilità economica. Una sera abbiamo fatto serata ai castelli e non so quanti grammi di cocaina avevano, da lì è iniziato un uso che non era continuativo, fin quando non ho smesso di botto. Sono andato a Milano e ci sono stato dieci anni. Negli ultimi anni, dopo aver conosciuto una ragazza, ho ricominciato con l'idea che avrei avuto la forza di volontà per smettere. Poi mio padre si è ammalato e lui è sempre stato il mio argine più forte, così ho cominciato a farmi di crack. I miei genitori lo hanno scoperto, ma me li sono rigirati perché alla fine la nostra vita diventa una bugia e uno ci aspanna dentro. Non ho avuto problemi giudiziari, ma di danni economici ne ho fatti, sempre sull'idea che ce l'avrei fatta, ma più vai avanti più ti scassi. Un anno fa pesavo 84 kg e sono arrivato a 64, ora ne peso 72, mia sorella mi ha fatto guardare allo specchio e avevo la pelle grigia. Entrando qui dentro, i primi due giorni avevo l'impulso irrefrenabile di uscire ma non l'ho fatto. Poi ho avuto l'impulso di andare da un mio amico e ieri sera invece ci sono cascato ma con 10€. Poi però non è iniziata la rota, ho preso un pezzo da 10€ e sono andato a casa. Questa cosa mi ha fatto piacere e mi è sembrato strano, però ovviamente servono tanti piccoli tasselli nella costruzione di questa diga e nella gestione di questo problema. Molte volte andavo a drogarmi per noia e i primi due giorni sono diventato matto perché non ci potevo andare. Quello che ha dato inizio a tutto probabilmente è lo stato di insoddisfazione di fondo che dava il via all'abuso e se non ce l'avevo, uscivo fuori di testa. Una piccola molla che mi induce a fermarmi è mia madre. Una sera, quando sono scappato di notte chiedendole i soldi, vederla preoccupata mi ha smosso. Il pensiero che lei si è preoccupata mi sta tirando fuori e anche questo può essere un mattoncino". Gianluca
"Il mio abuso non è di droga, ma di psicofarmaci. Il problema è nato con la madre del mio ex compagno che mi ha dato i primi farmaci. Avevo appena scoperto che mio marito aveva un'altra. Nella famiglia di lui sono tutti i medici e la madre mi diede queste pasticche. Un giorno nella borsa di mio marito ho trovato il suo telefono e lì ho visto i messaggi della ragazza con cui mi stava tradendo. Così sono tornata da lui, mi sono fatta spiegare e sono iniziati i casini. Ho continuato a fare abuso perché mi hanno tolto i miei figli. Ora sto bene mi riprenderò del tutto. Penso di star facendo un buon percorso. Mia figlia soprattutto mi si è riavvicinata tantissimo, Cristian invece a breve si opererà. Riesco a vederli ancora una volta ogni due settimane ma ora il mio avvocato spingerà per farmi levare questi incontri protetti. Il progetto futuro è sempre quello di lavorare come cassiera”. Monica
"Sono cresciuto nell'ambito delle droghe, con i miei genitori che si facevano. Ho iniziato a fare uso a 16-17 anni e a dire la verità mi è piaciuto fare uso. Poi ho avuto una crisi data dalla cocaina e ora non la sniffo più, ma me la fumo. Questo mi ha dato più dipendenza ed è difficile uscirne. Al di là del piacere, lo facevo anche per far parte del gruppo, non volevo essere l'unico trai i miei amici che non lo faceva, non volevo essere inferiore. Sono ricaduto anche per l'ambito delle persone con cui sto". Nicholas