Attualità
Giovani in piazza in difesa dei propri ideali
Quello che gli adulti non sanno o non vogliono dire
Redazione | 12 dicembre 2024

Negli ultimi anni, la causa palestinese ha trovato una voce vibrante e determinata tra le nuove generazioni, che si ergono a difesa dei diritti umani e della giustizia. In un contesto in cui i media tradizionali si limitano a fornire dati, diversi leader politici esitano ad assumere posizioni chiare e gli adulti in generale faticano a condannare in modo deciso l’occupazione dei territori palestinesi da parte di Israele e il massacro di civili a Gaza, i giovani di tutto il mondo sono la vera coscienza dell’Occidente. Mobilitandosi per sostenere il popolo palestinese e per chiedere la pace, i giovani hanno mostrato coraggio, spirito critico, empatia e volontà di cambiamento. Lo scorso 26 ottobre anche a Mantova, la nostra città, si è svolta una manifestazione pro-Palestina. Abbiamo chiesto ai partecipanti perché hanno scelto di aderire.

Amira, 20 anni: “Sono scesa in piazza per ricordare il genocidio palestinese e mostrare solidarietà a questo popolo martoriato. È cruciale mantenere viva la loro sofferenza nella memoria collettiva”.

Maddalena, 19 anni: "Siamo scesi in piazza come studenti per opporci al coinvolgimento dello Stato italiano nel genocidio palestinese. Abbiamo voluto sottolineare la nostra contrarietà a questa guerra imperialista e genocida”.

Sophie, 16 anni: "Sono scesa in piazza perché sono stanca di un paese che lucra su un genocidio, vendendo armi a chi massacra innocenti. Sono colpita dalla sofferenza di bambini e donne privati del futuro. Anche se non so quanto possa contare la mia voce, continuerò a protestare, perché ciò che accade in Palestina oggi potrebbe toccare a chiunque domani. Invito tutti a non restare in silenzio di fronte a un GENOCIDIO!”

Amen, 23 anni: “Il silenzio e la complicità di media, governi e cittadini alimentano questa ingiustizia. È fondamentale prendere coscienza della realtà e agire per cambiare le cose; nessuno lo farà al posto nostro. Il cambiamento inizia dall’impegno di ciascuno di noi".

Malak, 15 anni: "Protesto contro un governo che non accetta il dissenso e per dare voce a chi non ce l'ha, ossia ai bambini senza futuro".

Pietro, 19 anni: "Sono scesa in piazza per protestare contro il massacro ingiustificato di innocenti in Palestina e la negazione dei diritti umani. È necessario fermare la follia del governo israeliano e noi Occidentali dobbiamo far sentire la nostra voce per favorire la convivenza tra i popoli. La situazione in Medio Oriente è il risultato di una diplomazia inefficace e di parte. Non siamo colpevoli in modo diretto ma abbiamo delle responsabilità".

 

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