In un mondo ideale, tutti avrebbero la possibilità di partecipare alla vita della propria comunità, ognuno si sentirebbe accolto da essa, libero di esprimersi e nessuno verrebbe giudicato. Eppure, il mondo in cui viviamo è molto diverso. Abitiamo in un una realtà in cui si viene discriminati per provenienza, sesso, cultura, religione e disabilità, nella quale la diversità viene disprezzata.
Una delle principali cause che impedisce una piena inclusione sociale è la mentalità retrograda e tradizionalista che contraddistingue la realtà in cui viviamo. Questo modo di pensare è condizionato anche da ciò che viene trasmesso e insegnato all’interno dell’ambiente familiare. Abbiamo chiesto ai nostri coetanei quali sono le barriere (culturali, ideologiche, fisiche, architettoniche, linguistiche) più invalicabili per il pieno raggiungimento dell’inclusione.
Federica, 15 anni: “Quella ideologica trasmessa dalla famiglia. La maggior parte dei bambini e degli adolescenti non mette in dubbio quello che gli viene riportato dai familiari e i genitori non incoraggiano abbastanza lo sviluppo dell’individualità del bambino, impedendogli di maturare un proprio pensiero ”.
Diego, 16 anni: “La scuola dovrebbe dedicare del tempo ad attività di gruppo per diminuire i pregiudizi all’interno dell’ambito scolastico”.
Camilla, 17 anni: “Penso che sia proprio la scuola ad aumentare le differenze tra studenti, soprattutto per quanto riguarda gli alunni con disabilità, i quali sono esclusi da molte attività e questo porta ad un loro allontanamento dal resto della classe”.
Le persone con invalidità vengono spesso emarginate dalla società anche in altri ambiti, a causa della mancanza di alcuni strumenti necessari, come rampe o ascensori. Da sempre si cerca un modello al quale tutti devono assomigliare, così che chi non possiede determinate caratteristiche viene considerato sbagliato. Questo causa una costante ricerca di omologazione alla massa che provoca sofferenza in chi non riesce a farlo. Tale fenomeno causa la creazione di alcuni stereotipi che condizionano il nostro giudizio verso gli altri, talvolta inconsapevolmente.
Andrea, 15 anni: "Una delle barriere più invalicabili è quella nei confronti dello 'straniero'".
Eleonora, 18 anni: “Penso che gli stereotipi siano causa della non completa inclusione sociale nella nostra quotidianità e spesso siano incrementati dai social”.
Cristian, 16 anni: “Penso che la disinformazione, ormai molto diffusa, porti a fidarsi di tutto quello che si legge su Internet e induce i giovani a credere a un modello di perfezione, in realtà inesistente, facendo in modo che tutti coloro che non assomigliano ad esso vengano trascurati”.
Giulia, 19 anni: “Le persone che vivono nei paesi più poveri, non hanno accesso ad alcune istituzioni primarie, quali le scuole o i centri sanitari, fondamentali per permettergli di essere cittadini del mondo e la disuguaglianza diventa veramente invalicabile”.
Ma, purtroppo, l'esclusione sociale non fa parte solamente dell’Italia e dell’Occidente, perché le leggi, le tradizioni e le usanze di ciascun paese sono sempre causa di diversificazione tra le persone. Sebbene queste barriere siano parte della nostra quotidianità, non è impossibile abbatterle. Ciò che limita l’inclusione sociale non è innato, bensì si acquisisce durante la vita ed necessario controllarne l'influenza sul nostro giudizio.