Attualità
Quello che le donne non meritano
I fatti e le ingiustizie di questo mese subiti dalle donne
Gaia Canestri | 13 febbraio 2025

Le donne continuano a subire ingiustizie nella vita di tutti i giorni, sul posto di lavoro, nella loro vita privata e sui media.

Spugna lavapiatti automatica: “il regalo che ogni mamma sogna”

È la frase con cui il brand Dish Mates sponsorizza la sua invenzione sui social. Si tratta di una spugna lavapiatti montata su un supporto elettronico che permette di lavare i piatti senza l’utilizzo della forza manuale. I post sul profilo sono decine e decine e tutti hanno in comune la stessa strategia: fare leva sullo stereotipo comune della donna che si prende cura della casa, ma stavolta in chiave apparentemente premurosa: “Tua mamma è sempre stanca quindi le hai fatto un regalo. Non vuoi più vedere tua mamma lavare tutto a mano? Regalale questo!” e così via. I commenti non risparmiano nessuno: c’è chi critica la scelta degli slogan estremamente sessisti e chi si lamenta che “Queste donne non si accontentano di nulla, neanche quando gli fai un regalo che gli semplifica la vita”, e forse la chiave del discorso è tutta qua. Che si tratti di un commento blando o di uno slogan che si vuole dimostrare gentile il contenuto è sempre lo stesso: le cose di casa spettano alle donne.

Quel “faccione ammiccante” di Cecilia Sala

L’arresto di Cecilia Sala ci ha tenuti con il fiato sospeso fino all’8 gennaio, quando è stata liberata dopo 21 giorni trascorsi in una cella di isolamento nel carcere di Evin, a Teheran. I commenti sui social riguardo la vicenda sono stati tanti, e c’è chi non si è limitato a esprimere un giudizio sulla vicenda ma ha fatto del caso di Sala un’occasione per ricordarci che il sessismo non conosce limiti: è il caso delle affermazioni di Giuseppe Flavio Pagano che sui social si occupa di sensibilizzazione sui temi di attualità e di geopolitica. Sul caso-Sala scrive: “La macchina del cringe si è avviata. Ovviamente sentiremo parlare di archetipi vuoti come la «libertà di informazione» con il faccione ammiccante della Sala”. Si sta riferendo a una storia che gira sui profili social in cui si chiede la liberazione della giornalista, con la scritta “Free Cecilia” seguita dal suo volto. La domanda nasce spontanea: sui piatti della bilancia troviamo chi si batte per la liberazione della giornalista gridando alla libertà di informazione anche se nella quotidianità non ne fa una battaglia, dall’altra parte troviamo, invece, chi si batte ogni giorno per i diritti di alcuni ma poi cade sull’ipersessualizzazione del volto di una giornalista rinchiusa in una cella di sicurezza; quale piatto pesa di più?

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