Attualità
Volontariato. Significa soprattutto fiducia nelle nostre forze
La speranza non è in vendita
Ecco che cosa Don Luigi Ciotti ritiene indispensabile allo sviluppo di una società realmente democratica e fondata sul diritto. A partire, innanzitutto, dai giovani
Federico Godino, 18 anni | 2 dicembre 2011
“Non c’è un io, c’è un noi nella lotta alla mafia”. Per questo sentimento di impegno comune Don Ciotti, presidente dell'associazione Libera, ha incontrato i giovani durante l’ultima edizione del Salone Orientamenti di Genova. Il suo scopo è combattere la criminalità organizzata sensibilizzando la gente e soprattutto i giovani. Il primo esempio che Don Ciotti fa dell’operato di Libera è la partita disputata dalla nazionale italiana di calcio lo scorso 13 novembre su un campetto edificato in un territorio sottratto alla mafia in Calabria. «Da quando il campo è stato costruito, nove anni fa, non è mai stato possibile giocare neanche una partita». Le famiglie mafiose sono potenti. «Il clan dei Crea gestisce insieme ad altre centoquaranta famiglie il traffico di cocaina europeo. Non era tollerabile per i clan che quel terreno venisse utilizzato. Prima nessuna impresa ha voluto occuparsi di costruire il campo, ed è stato l’esercito a farsi carico dell’opera. Poi, all’inaugurazione, gli autisti dei pullman che avrebbero dovuto portare i ragazzi delle due squadre sono stati costretti con la forza a restare a casa». Il campo è rimasto così inutilizzato finché il 13 novembre, sotto la protezione dell’esercito, la nazionale italiana non ha disputato una partita di allenamento. «È stata solo una giornata, ma l’importante era che mandassimo un messaggio», spiega Don Ciotti, che nel discorso d’inaugurazione, prima della partita, ha ricordato Gabriele Domenico, 11 anni, ucciso mentre giocava a calcio da un proiettile dei clan mafiosi, e Francesco, 18 anni, allenatore di una squadretta di calcio, ucciso per ritorsione mafiosa nei confronti del padre. «Il discorso ha segnato molto i calciatori: era un momento di impegno, non una passerella, e loro ne hanno capito l’importanza e l’emozione». Impegno è proprio la parola chiave della conferenza: «La spina dorsale della Costituzione e della democrazia sono l’impegno e la responsabilità».
Don Ciotti è poi chiamato ad esprimersi sull’ultima riforma della giustizia, che lui definisce un sequestro: «Mettere i pubblici ministeri sotto il controllo politico è perdere uno dei capisaldi della magistratura». Ricorda che l’Italia non si è ancora adeguata del tutto alla Convenzione di Strasburgo del 1999, per quanto riguarda il reato di corruzione. Sulle intercettazioni telefoniche invece, pur ammettendo l'importanza del diritto alla segretezza delle informazioni rilevate in questo modo, sottolinea come esse siano state di vitale importanza nello sventare attentati alla vita di molti magistrati e non debbano essere sminuite.
È stato poi chiesto a don Ciotti da cosa sia nata l’associazione Libera: «Dal disgusto – è la sua risposta – ultima risorsa dell’intelligenza umana». É il disgusto per la corruzione della società che lo ha portato nel 1992, insieme al magistrato Giancarlo Casella, a voler, come dice lui, “fare di più”, e a fondare Libera. Certo l’opera di Don Ciotti lo ha portato spesso ad essere nel mirino della mafia: «Ho subito vari tentativi di omicidio – rivela – ma il mio pensiero va sempre alle famiglie della polizia che mi accompagna e che rischia la vita per permettere a Libera di continuare ad agire». L’ultimo libro di Don Ciotti, La speranza non è in vendita, è pubblicato dalla Giunti. Il ricavato andrà a finanziare Libera.

E!state liberi: sui terreni confiscati alla mafie
Coltivare l'impegno
Sono tanti i ragazzi che ogni anno scelgono di fare un’esperienza di volontariato e di formazione civile sui terreni confiscati alle mafie gestiti dalle cooperative sociali di Libera Terra, tanti che ad ogni bando è sempre necessario dire di no a qualcuno. Proprio come nel caso degli “angeli del fango” di Genova, anche nell’ambito della lotta all’illegalità si individuano facilmente i segni di una volontà diffusa tra i giovani di essere i “protagonisti” e di voler tradurre l’impegno in un’azione concreta di responsabilità e di condivisione. Da tutta Italia infatti ad ogni stagione i ragazzi accorrono spontaneamente, nella convinzione che, insieme, si possa cambiare lo stato delle cose. L’obiettivo principale dei campi di volontariato e di studio sui beni confiscati alle mafie è quello di diffondere una cultura fondata sulla legalità e giustizia sociale che possa efficacemente contrapporsi alla cultura della violenza, del privilegio e del ricatto. La speranza diviene fiducia in una realtà sociale ed economica fondata sulla pratica della cittadinanza attiva e della solidarietà. L’esperienza dei campi di lavoro ha tre momenti di attività diversificate: il lavoro agricolo o attività di risistemazione del bene, lo studio e l’incontro con il territorio per uno scambio interculturale.
Per maggiori informazioni: estateliberi@libera.it, tel. 06-69770301.

Libera in Liguria
Referente regionale: Matteo Lupi
liguria@libera.it
Recapito provvisorio tesseramento:
Libera Sanremo - via San Francesco 11, 18038 Sanremo (IM)
0184502389

LIBERA Imperia:
Referente Provinciale: Luciano De Vescovi
luciofranco@virgilio.it

LIBERA Savona:
Referente Provinciale: Michela Calabria
miguelita80@gmail.com

LIBERA Genova:
Referente Provinciale: Rosangela Conte
genova@libera.it

Presidio “Dario Capolicchio” di Sarzana:
Responsabile: Marco Antonelli
liberasarzana@gmail.com
Commenti