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A domanda cosa rispondo?
Il colloquio di lavoro è il vostro primo appuntamento, da un punto di vista professionale, si intende, e dovete giocare bene le vostre carte. Leggete qui
Redazione | 15 aprile 2013
Laurence Kolczok lo conoscerete sicuramente se frequentate l?istituto nautico ?San Giorgio? di Genova, dove insegna più di una materia. Ai suoi ragazzi (e non solo) regala qualche consiglio per affrontare il colloquio di lavoro, argomento di cui, insieme a Marcello Tonani, ha scritto nel libro Cercare lavoro divertendosi!, guida pratica che vi accompagna attraverso tutte le fasi della ricerca di un lavoro per poter essere assunti senza troppi stress.

La prima cosa da sapere riguardo al colloquio di lavoro?
Intanto bisogna distinguere in base al tipo di lavoro per il quale ci presentiamo. Normalmente i colloqui si sostengono con più persone: psicologi, tecnici? E prima viene spesso chiesto di compilare un modulo con i propri dati. A volte viene anche chiesto di scrivere una lettera a mano per poter procedere ad un?analisi della scrittura.

Un ritardo di pochi minuti all?appuntamento può essere tollerato?
La situazione è sempre imbarazzante. Si deve cercare di non arrivare in ritardo ma neanche troppo in anticipo, l?ideale è presentarsi giusto un 5-10 minuti prima.

Cosa dovremmo portare con noi?
Avere il curriculum con sé è una buona base di partenza per poter sviluppare meglio il colloquio. Consiglio poi di portarsi dietro anche una fototessera, così l?esaminatore potrà meglio identificare la nostra faccia, soprattutto se per quel posto si sono presentati molti candidati. A volte la chiedono direttamente le aziende, ma io consiglio di portarla in ogni caso.

Come vestirsi?
In modo normale - soprattutto perché si è giovani e non si va certo per un posto di dirigenti - ma assolutamente non in maniera sciatta, tipo con i pantaloni corti, insomma. Eviterei nello stesso tempo il vestito della festa: se non si è abituati, si rischia di risultare un po? impacciati. Consiglio qualcosa di molto sobrio.

La postura è importante?
Direi che è una delle cose fondamentali. Innanzitutto dovreste cercare di non gesticolare, cosa peraltro tipica di molti noi italiani. Cercate poi di guardare l?intervistatore ma senza fissarlo troppo, altrimenti sembrereste troppo aggressivi. Parlate lentamente con tono di voce pacato. Non mettete i gomiti sul tavolo, restate dritti con la schiena e cercate di dimostrare che siete a vostro agio: so che non è facile, ma ci si deve provare.

Che domande aspettarsi al primo colloquio?
Le prime di solito sono generali: aspirazioni, percorso scolastico? Altre saranno più specifiche sul tipo di lavoro per cui ci presentiamo. Se si sta già lavorando sicuramente ci verrà chiesto perché si vuole cambiare. Dobbiamo essere pronti a rispondere: non parlate mai male del lavoro che state svolgendo, né dei colleghi, né del vostro superiore. Cercate sempre di essere positivi. Un motivo per cambiare impiego può essere la distanza o la ristrutturazione interna che fa una ditta oppure perché si hanno maggiori aspirazioni e così via.

Sappiamo che a volte ai candidati viene chiesto di elencare tre difetti. Quanto possiamo essere sinceri?
Bisogna essere sinceri, cercando però di far passare i nostri difetti per qualcosa di positivo. Un esempio: cerco spesso di fare tutto da solo e so che dovrei integrarmi meglio con il gruppo di lavoro. Cercare di fare le cose da solo può essere un difetto, ma averlo capito e cercare di smussare questo aspetto verrà visto come una cosa positiva.

Anche l?intervistato può fare domande?
Sicuramente sì: sulla società, per esempio, chiedendo come è strutturata. In questo modo si forma un dialogo tra intervistato e intervistatore, che vedrà nell?altro un interesse reale.

Si può parlare di stipendio al primo colloquio?
Qui bisogna andarci cauti. Meglio magari chiedere quale sarà l?inquadramento previsto, poi in base a quello non sarà difficile capire l?importo del nostro stipendio. Alcune volte viene chiesto all?intervistato quanto vorrebbe guadagnare. In questo caso cercate di essere un po? flessibili, ma non sottovalutatevi. Se si viene chiamati per fare un lavoro in officina bisognerebbe già avere in testa più o meno quale potrebbe essere la retribuzione di quel lavoro.

Lei è anche un docente: che consiglio darebbe ai suoi ragazzi?
Beh, invito soprattutto quelli dell?ultimo anno a pensare già ora, oltre che allo studio, a come affrontare un colloquio; iniziate a pensarci, preparatevi già mentalmente a questo incontro: vi aiuterà ad affrontarlo in modo più tranquillo.
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