Ragazzi, tutti a bordo!
Nonostante la crisi, il settore marittimo è sempre a caccia di ufficiali. Entrare nell?Accademia italiana della Marina mercantile non è però una scelta adatta a tutti. Vediamo perché
Redazione | 27 aprile 2013
A colloquio con Daniela Fara, Direttore generale dell?Accademia italiana della Marina mercantile.
Che tipo di formazione è quella offerta dall?Accademia italiana della Marina mercantile? Il nostro è un Its, un Istituto tecnico superiore. Si tratta di una formazione cosiddetta terziaria che va di pari passo con l?università. In questo, come negli altri Its, oltre alla presenza di un istituto tecnico superiore di riferimento che è capofila - in questo caso il nautico ?San Giorgio? di Genova - oltre all?università, a un ente di formazione professionale e a un Ente locale, il soggetto che deve essere necessariamente presente è l?impresa. Questa, oltre ad esprimere i bisogni occupazionali, partecipa anche alle attività formative, nel senso che individua le competenze necessarie per quel settore, tiene lezioni (il 50% delle docenze deve infatti provenire dal mondo del lavoro) e garantisce gli stage. Nel nostro caso si tratta di un?associazione di imprese, la Confitarma, che rappresenta la maggior parte delle compagnie di navigazione italiane.
Come sono articolati i corsi?
In un percorso biennale, articolato in 4 moduli a terra e tre a bordo, che durano 4 mesi ciascuno. A terra, oltre alle lezioni in aula sulle materie professionalizzanti per coloro che si preparano a diventare ufficiali della Marina mercantile, ci sono anche numerosi corsi di addestramento realizzati presso centri autorizzati dal ministero dei Trasporti, obbligatori per il personale di bordo, in particolare per gli ufficiali di navigazione e di macchina.
Come si accede a questi corsi? Per selezione. Chi è interessato, nel momento in cui esce il bando poi pubblicato sul nostro sito, deve presentare una richiesta di ammissione alla selezione dimostrando di essere in possesso dei requisiti necessari che sono: il diploma dell?istituto tecnico dei trasporti e della logistica (nautico) oppure il conseguimento del modulo di allineamento dopo un qualsiasi diploma superiore (un corso di 500 ore previsto dal ministero dei Trasporti che noi stessi organizziamo). Gli aspiranti ufficiali devono avere poi l?iscrizione alla Gente di mare e il certificato medico della visita biennale in corso di validità. A questo punto si può accedere alla selezione, che è costituita da prove scritte, prove attitudinali e un colloquio orale. Vengono ammessi ai corsi i ragazzi che si collocano in posizione migliore nella graduatoria, per la quale costituisce elemento di valutazione anche il voto conseguito o al termine dell?istituto tecnico nautico o durante l?esame finale del modulo di allineamento.
Quali sono gli sbocchi professionali in concreto? Beh, lo sbocco naturale è diventare ufficiali sulle navi mercantili sia di crociera che di carico nella flotta italiana. Noi in questo momento lavoriamo esclusivamente per le compagnie di bandiera nazionali. Il percorso formativo prevede già l?imbarco e molto spesso il ragazzo che termina il percorso formativo, e quindi acquisisce l?abilitazione di ufficiale, continua a svolgere mansioni presso quella stessa compagnia. Quindi è un?occupazione immediata, praticamente. Certo la crisi ha interessato anche il settore marittimo, ma gli ufficiali sono richiesti perché le navi devono comunque partire. Magari, però, mentre prima gli imbarchi si trovavano velocemente, ora si può attendere un po? di più, soprattutto per le navi da carico.
Ci sono ragazze che fanno domanda per essere ammesse ai vostri corsi? Sì, ma non molte: siamo nell?ordine del 10% delle candidate poi ammesse.
A chi si sente di consigliare questo percorso? Oltre ai requisiti formali, la qualità necessaria per entrare è quella motivazione che porta un giovane a desiderare di andare per mare, per il quale bisogna avere una vera passione. È vero che il mare è uno dei settori che, nonostante la crisi, mantiene grosse prospettive di lavoro, ma tentare questa strada solo per questo motivo non è davvero il caso, se manca una reale motivazione. Non è un mestiere per tutti, ci vuole spirito di sacrificio, senso di responsabilità, consapevolezza del ruolo che si andrà ad acquisire, voglia di imparare e, come dicevo, una forte motivazione: vale per tutte le professioni, ma forse per questa in modo particolare.
Che tipo di formazione è quella offerta dall?Accademia italiana della Marina mercantile? Il nostro è un Its, un Istituto tecnico superiore. Si tratta di una formazione cosiddetta terziaria che va di pari passo con l?università. In questo, come negli altri Its, oltre alla presenza di un istituto tecnico superiore di riferimento che è capofila - in questo caso il nautico ?San Giorgio? di Genova - oltre all?università, a un ente di formazione professionale e a un Ente locale, il soggetto che deve essere necessariamente presente è l?impresa. Questa, oltre ad esprimere i bisogni occupazionali, partecipa anche alle attività formative, nel senso che individua le competenze necessarie per quel settore, tiene lezioni (il 50% delle docenze deve infatti provenire dal mondo del lavoro) e garantisce gli stage. Nel nostro caso si tratta di un?associazione di imprese, la Confitarma, che rappresenta la maggior parte delle compagnie di navigazione italiane.
Come sono articolati i corsi?
In un percorso biennale, articolato in 4 moduli a terra e tre a bordo, che durano 4 mesi ciascuno. A terra, oltre alle lezioni in aula sulle materie professionalizzanti per coloro che si preparano a diventare ufficiali della Marina mercantile, ci sono anche numerosi corsi di addestramento realizzati presso centri autorizzati dal ministero dei Trasporti, obbligatori per il personale di bordo, in particolare per gli ufficiali di navigazione e di macchina.
Come si accede a questi corsi? Per selezione. Chi è interessato, nel momento in cui esce il bando poi pubblicato sul nostro sito, deve presentare una richiesta di ammissione alla selezione dimostrando di essere in possesso dei requisiti necessari che sono: il diploma dell?istituto tecnico dei trasporti e della logistica (nautico) oppure il conseguimento del modulo di allineamento dopo un qualsiasi diploma superiore (un corso di 500 ore previsto dal ministero dei Trasporti che noi stessi organizziamo). Gli aspiranti ufficiali devono avere poi l?iscrizione alla Gente di mare e il certificato medico della visita biennale in corso di validità. A questo punto si può accedere alla selezione, che è costituita da prove scritte, prove attitudinali e un colloquio orale. Vengono ammessi ai corsi i ragazzi che si collocano in posizione migliore nella graduatoria, per la quale costituisce elemento di valutazione anche il voto conseguito o al termine dell?istituto tecnico nautico o durante l?esame finale del modulo di allineamento.
Quali sono gli sbocchi professionali in concreto? Beh, lo sbocco naturale è diventare ufficiali sulle navi mercantili sia di crociera che di carico nella flotta italiana. Noi in questo momento lavoriamo esclusivamente per le compagnie di bandiera nazionali. Il percorso formativo prevede già l?imbarco e molto spesso il ragazzo che termina il percorso formativo, e quindi acquisisce l?abilitazione di ufficiale, continua a svolgere mansioni presso quella stessa compagnia. Quindi è un?occupazione immediata, praticamente. Certo la crisi ha interessato anche il settore marittimo, ma gli ufficiali sono richiesti perché le navi devono comunque partire. Magari, però, mentre prima gli imbarchi si trovavano velocemente, ora si può attendere un po? di più, soprattutto per le navi da carico.
Ci sono ragazze che fanno domanda per essere ammesse ai vostri corsi? Sì, ma non molte: siamo nell?ordine del 10% delle candidate poi ammesse.
A chi si sente di consigliare questo percorso? Oltre ai requisiti formali, la qualità necessaria per entrare è quella motivazione che porta un giovane a desiderare di andare per mare, per il quale bisogna avere una vera passione. È vero che il mare è uno dei settori che, nonostante la crisi, mantiene grosse prospettive di lavoro, ma tentare questa strada solo per questo motivo non è davvero il caso, se manca una reale motivazione. Non è un mestiere per tutti, ci vuole spirito di sacrificio, senso di responsabilità, consapevolezza del ruolo che si andrà ad acquisire, voglia di imparare e, come dicevo, una forte motivazione: vale per tutte le professioni, ma forse per questa in modo particolare.
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