Nuova Zelanda e Australia, il sogno possibile
Working holiday: nel Nuovo Mondo è semplice
Avete mai pensato a una vacanza-lavoro dall?altra parte del mondo che aiuta a perfezionare l?inglese e a conoscere Paesi meravigliosi e ospitali con gli italiani? Per noi ci sono programmi speciali che permettono di realizzare ogni progetto
Redazione | 27 giugno 2013
Terre lontane, vergini, incontaminate. Una natura libera, rigogliosa e selvaggia, cullata dai venti del mare e bagnata dalle piogge cadute dalle nuvole bianche. Un autentico regno delle meraviglie che ancora oggi, nonostante le trasformazioni attuate dall?uomo negli ultimi due secoli, conserva una fauna e una flora introvabili in nessun?altra parte del mondo e dove i giovani si divertono praticando sport estremi. È la Nuova Zelanda che, mossa dal desiderio di attrarre nuovi abitanti (attualmente il numero è di poco superiore ai quattro milioni), ha messo a punto il programma ?Working holiday? dove c?è posto per 30mila stranieri, di cui mille italiani, per una ?vacanza-lavoro?.
L?offerta più recente offre un visto di 12 mesi per consentire ai giovani tra i 18 e i 30 anni di cercare un?occupazione, cosa normalmente non permessa dato che per lavorare in questo Paese bisogna avere un contratto prima della partenza. Coloro che ottengono la working holiday visa possano lavorare anche a tempo pieno e per l?intera durata del visto, ma con un paletto: restare alle dipendenze di un singolo datore per non più di tre mesi.
Il Sole 24 Ore spiega come funziona: il visto per la vacanza-lavoro può essere richiesto a una delle sedi consolari neozelandesi in Italia, oppure compilando il formulario online (in questo secondo caso è necessario essere in possesso di una carta di credito Visa o Mastercard). La domanda ha un costo di 70 euro. I requisiti? Per essere ammessi al programma è necessario essere in possesso del passaporto italiano con scadenza non inferiore a tre mesi dopo la fine del visto, disporre di un biglietto aereo a/r o di documenti comprovanti che il richiedente ha mezzi economici sufficienti ad acquistare un biglietto aereo per ritornare nel Paese di origine, estratto conto bancario o altro documento comprovante che il richiedente ha almeno 4.200 dollari neozelandesi (equivalenti a poco meno di 2.700 euro ai valori attuali) per soddisfare le proprie esigenze di vita una volta arrivati; disporre di un?assicurazione sanitaria e di un certificato medico comprovante che ci si è sottoposti ai raggi X e non è emersa la tubercolosi; infine non avere figli a carico.
Una volta finito il periodo si può anche ottenere il rinnovo se lo richiede il datore di lavoro.
Ricordiamo che il clima del Paese è generalmente mite, ma ci sono frequenti precipitazioni (del resto si trova in mezzo all?Oceano). Auckland, Wellington e Christchurch sono le città con le maggiori opportunità di lavoro soprattutto in ambito agricolo, turistico e della ristorazione. Per trovare lavoro è necessario avere una buona conoscenza dell'inglese, che si affianca all'idioma locale maori.
In Australia specialisti del divertimento
La notizia più interessante è che l?Australia ha stanziato l?equivalente di 3,2 milioni di euro per cercare giovani disposti a trasferirsi a tempo determinato, offrendo loro una vacanza-lavoro. Le professioni sono tra le meglio remunerate e le più originali: specialista del divertimento (nel Nuovo Galles del sud, capitale Sydney), fotografo di lifestyle (Victoria, capitale Melbourne), esploratore dell?outback, ossia il profondo entroterra (Territorio del Nord), ranger dei parchi nazionali (Queensland), guardiano della fauna selvatica (Australia Meridionale) e specialista assaggiatore di cibi e vini (Australia Occidentale).
Basta un click su www.australia.com e si entra in possesso di ogni informazione utile. Si scopre che l?Australia al momento gode di buona salute dal punto di vista economico. La disoccupazione è al 4,5%, la più bassa degli ultimi trent?anni. Infatti i mezzi di informazione pubblicizzano ogni settimana 150 mila nuovi posti di lavoro. Sono richiesti in particolare meccanici, elettricisti, idraulici, tappezzieri, cuochi, parrucchieri e altri lavori specializzati.
I giovani sono attratti dalle opportunità che offre il visto ?vacanza?lavoro?: un anno durante il quale si può soggiornare in Australia come turisti, o lavorare per un periodo di sei mesi in un posto, e altri sei mesi in un altro. Chi sceglie un?occupazione nelle campagne (raccolta di frutta e ortaggi, semina, dissodamento delle terre, ecc.) può rimanere per due anni. Se questi giovani poi trovano uno sponsor che dimostra d?avere bisogno del loro lavoro, allora si può procedere alla richiesta di residenza permanente.
Si calcola che siano circa cinquemila i giovani italiani che vengono in Australia con il visto ?vacanza-lavoro?. Ad essi si aggiungono gli ?assistenti linguistici? per iniziativa del Co.As.It. (Comitato Assistenza Italiani), scelti in cinque università di due Regioni (Lombardia e Lazio) che affiancano gli insegnanti di italiano in alcune scuole di Melbourne e città di provincia; quelli che fanno domanda tramite il Ministero degli Affari Esteri per uno stage volontario presso l?ambasciata, i consolati, gli Istituti Italiani di Cultura.
STUDIARE IN NUOVA ZELANDA
Un ragazzo italiano racconta la sua avventura indimenticabile
La Nuova Zelanda è una terra da capire, da amare e rispettare. Lo si può fare ripercorrendo la sua storia, che non ha visto traccia umana fino all?anno Mille, quando i primi Maori toccarono le sue coste, rimanendo affascinati e colpiti dalla sua abbondanza. Era un territorio così ricco e poetico che pensarono di farne la propria casa, donandole nomi evocativi e lasciandoseli suggerire dalla natura stessa e dai miti polinesiani: e così quel luogo sconosciuto divenne Aotearoa, la terra dalla lunga nuvola bianca. Fino al 1800, quando l?espansionismo coloniale europeo non raggiunse anche queste zone agli antipodi del mondo, questa terra permise ai Maori di vivere isolati nel proprio piccolo universo, cacciando, pescando e coltivando patate. E quando arrivarono i popoli dalla pelle bianca, si crearono nuove sinergie, non sempre positive, che prepararono a una nuova era.
La Nuova Zelanda è una terra da amare e rispettare, per ciò che rappresenta, per la sua fragilità, per la straordinarietà della vita che la popola. Qui è dove la natura domina incontrastata, dove il cielo si specchia nel mare e le montagne si confondono e si mescolano coi vulcani, i geyser coi ghiacciai, i laghi e le foreste con la roccia.
Vittorio Stumpo, 18 anni, ha scelto di trascorrere qui quattro mesi.
Come mai hai scelto di studiare proprio in Nuova Zelanda?
Sono stato in Nuova Zelanda, ad Auckland, la città più popolosa dell'isola del Nord (un milione e mezzo di abitanti), per 4 mesi, da fine luglio a dicembre, durante il mio penultimo anno del liceo. Ho vissuto con una famiglia del posto e secondo lo stile di vita tipicamente neozelandese: molto sport e spazi aperti. Ho viaggiato molto per tutte e due le isole e cercato di assorbire il più possibile da tutta la tradizione neozelandese.
L?ho scelta perché è un posto lontanissimo, una terra esotica, ma data l?influenza della colonizzazione inglese presenta fortissimi influssi europei (a partire proprio dalla lingua inglese, che certamente implica una grande accessibilità alla cultura locale). L?assetto ambientale e paesaggistico è mozzafiato, entrambe le isole neozelandesi si distinguono per la straordinaria mescolanza di culture.
Quali sono le opportunità di lavoro o di studio?
L?economia ha vissuto la crisi con un impatto relativo: la disoccupazione non ha raggiunto tassi rilevanti e per questo da tutte le zone limitrofe si cercano opportunità lavorative in Nuova Zelanda. Le scuole si strutturano secondo il modello americano. Il sistema scolastico neozelandese prevede un ciclo di 13 anni, divisi tra una scuola primaria (dai 5 ai 12 anni) e una scuola secondaria, o High School (dai 13 ai 17 anni). Al termine di questo periodo gli studenti possono accedere agli studi di tipo universitario. Poiché la suddivisione dell?anno scolastico è in trimestri con vacanze di qualche giorno tra uno e l?altro, per gli stranieri è possibile frequentare anche solo un trimestre.
Com?è la vita di un giovane neozelandese?
La vita è tranquilla, i prezzi nel settore alimentare sono simili a quelli italiani, mentre calano molto nell?industria del vestiario (anche per i capi delle catene internazionali). Nei weekend il divertimento si cerca soprattutto nei centri urbani più grandi, tra locali e pub vari; un carattere condiviso tra tutte le fasce della popolazione è decisamente la passione per gli sport estremi. Io ho provato sia paracadutismo, sia lo shotover jet - che ti catapulta tra le gole dello Shotover River a Queenstown: due avventure elettrizzanti, indimenticabili.
L?offerta più recente offre un visto di 12 mesi per consentire ai giovani tra i 18 e i 30 anni di cercare un?occupazione, cosa normalmente non permessa dato che per lavorare in questo Paese bisogna avere un contratto prima della partenza. Coloro che ottengono la working holiday visa possano lavorare anche a tempo pieno e per l?intera durata del visto, ma con un paletto: restare alle dipendenze di un singolo datore per non più di tre mesi.
Il Sole 24 Ore spiega come funziona: il visto per la vacanza-lavoro può essere richiesto a una delle sedi consolari neozelandesi in Italia, oppure compilando il formulario online (in questo secondo caso è necessario essere in possesso di una carta di credito Visa o Mastercard). La domanda ha un costo di 70 euro. I requisiti? Per essere ammessi al programma è necessario essere in possesso del passaporto italiano con scadenza non inferiore a tre mesi dopo la fine del visto, disporre di un biglietto aereo a/r o di documenti comprovanti che il richiedente ha mezzi economici sufficienti ad acquistare un biglietto aereo per ritornare nel Paese di origine, estratto conto bancario o altro documento comprovante che il richiedente ha almeno 4.200 dollari neozelandesi (equivalenti a poco meno di 2.700 euro ai valori attuali) per soddisfare le proprie esigenze di vita una volta arrivati; disporre di un?assicurazione sanitaria e di un certificato medico comprovante che ci si è sottoposti ai raggi X e non è emersa la tubercolosi; infine non avere figli a carico.
Una volta finito il periodo si può anche ottenere il rinnovo se lo richiede il datore di lavoro.
Ricordiamo che il clima del Paese è generalmente mite, ma ci sono frequenti precipitazioni (del resto si trova in mezzo all?Oceano). Auckland, Wellington e Christchurch sono le città con le maggiori opportunità di lavoro soprattutto in ambito agricolo, turistico e della ristorazione. Per trovare lavoro è necessario avere una buona conoscenza dell'inglese, che si affianca all'idioma locale maori.
In Australia specialisti del divertimento
La notizia più interessante è che l?Australia ha stanziato l?equivalente di 3,2 milioni di euro per cercare giovani disposti a trasferirsi a tempo determinato, offrendo loro una vacanza-lavoro. Le professioni sono tra le meglio remunerate e le più originali: specialista del divertimento (nel Nuovo Galles del sud, capitale Sydney), fotografo di lifestyle (Victoria, capitale Melbourne), esploratore dell?outback, ossia il profondo entroterra (Territorio del Nord), ranger dei parchi nazionali (Queensland), guardiano della fauna selvatica (Australia Meridionale) e specialista assaggiatore di cibi e vini (Australia Occidentale).
Basta un click su www.australia.com e si entra in possesso di ogni informazione utile. Si scopre che l?Australia al momento gode di buona salute dal punto di vista economico. La disoccupazione è al 4,5%, la più bassa degli ultimi trent?anni. Infatti i mezzi di informazione pubblicizzano ogni settimana 150 mila nuovi posti di lavoro. Sono richiesti in particolare meccanici, elettricisti, idraulici, tappezzieri, cuochi, parrucchieri e altri lavori specializzati.
I giovani sono attratti dalle opportunità che offre il visto ?vacanza?lavoro?: un anno durante il quale si può soggiornare in Australia come turisti, o lavorare per un periodo di sei mesi in un posto, e altri sei mesi in un altro. Chi sceglie un?occupazione nelle campagne (raccolta di frutta e ortaggi, semina, dissodamento delle terre, ecc.) può rimanere per due anni. Se questi giovani poi trovano uno sponsor che dimostra d?avere bisogno del loro lavoro, allora si può procedere alla richiesta di residenza permanente.
Si calcola che siano circa cinquemila i giovani italiani che vengono in Australia con il visto ?vacanza-lavoro?. Ad essi si aggiungono gli ?assistenti linguistici? per iniziativa del Co.As.It. (Comitato Assistenza Italiani), scelti in cinque università di due Regioni (Lombardia e Lazio) che affiancano gli insegnanti di italiano in alcune scuole di Melbourne e città di provincia; quelli che fanno domanda tramite il Ministero degli Affari Esteri per uno stage volontario presso l?ambasciata, i consolati, gli Istituti Italiani di Cultura.
STUDIARE IN NUOVA ZELANDA
Un ragazzo italiano racconta la sua avventura indimenticabile
La Nuova Zelanda è una terra da capire, da amare e rispettare. Lo si può fare ripercorrendo la sua storia, che non ha visto traccia umana fino all?anno Mille, quando i primi Maori toccarono le sue coste, rimanendo affascinati e colpiti dalla sua abbondanza. Era un territorio così ricco e poetico che pensarono di farne la propria casa, donandole nomi evocativi e lasciandoseli suggerire dalla natura stessa e dai miti polinesiani: e così quel luogo sconosciuto divenne Aotearoa, la terra dalla lunga nuvola bianca. Fino al 1800, quando l?espansionismo coloniale europeo non raggiunse anche queste zone agli antipodi del mondo, questa terra permise ai Maori di vivere isolati nel proprio piccolo universo, cacciando, pescando e coltivando patate. E quando arrivarono i popoli dalla pelle bianca, si crearono nuove sinergie, non sempre positive, che prepararono a una nuova era.
La Nuova Zelanda è una terra da amare e rispettare, per ciò che rappresenta, per la sua fragilità, per la straordinarietà della vita che la popola. Qui è dove la natura domina incontrastata, dove il cielo si specchia nel mare e le montagne si confondono e si mescolano coi vulcani, i geyser coi ghiacciai, i laghi e le foreste con la roccia.
Vittorio Stumpo, 18 anni, ha scelto di trascorrere qui quattro mesi.
Come mai hai scelto di studiare proprio in Nuova Zelanda?
Sono stato in Nuova Zelanda, ad Auckland, la città più popolosa dell'isola del Nord (un milione e mezzo di abitanti), per 4 mesi, da fine luglio a dicembre, durante il mio penultimo anno del liceo. Ho vissuto con una famiglia del posto e secondo lo stile di vita tipicamente neozelandese: molto sport e spazi aperti. Ho viaggiato molto per tutte e due le isole e cercato di assorbire il più possibile da tutta la tradizione neozelandese.
L?ho scelta perché è un posto lontanissimo, una terra esotica, ma data l?influenza della colonizzazione inglese presenta fortissimi influssi europei (a partire proprio dalla lingua inglese, che certamente implica una grande accessibilità alla cultura locale). L?assetto ambientale e paesaggistico è mozzafiato, entrambe le isole neozelandesi si distinguono per la straordinaria mescolanza di culture.
Quali sono le opportunità di lavoro o di studio?
L?economia ha vissuto la crisi con un impatto relativo: la disoccupazione non ha raggiunto tassi rilevanti e per questo da tutte le zone limitrofe si cercano opportunità lavorative in Nuova Zelanda. Le scuole si strutturano secondo il modello americano. Il sistema scolastico neozelandese prevede un ciclo di 13 anni, divisi tra una scuola primaria (dai 5 ai 12 anni) e una scuola secondaria, o High School (dai 13 ai 17 anni). Al termine di questo periodo gli studenti possono accedere agli studi di tipo universitario. Poiché la suddivisione dell?anno scolastico è in trimestri con vacanze di qualche giorno tra uno e l?altro, per gli stranieri è possibile frequentare anche solo un trimestre.
Com?è la vita di un giovane neozelandese?
La vita è tranquilla, i prezzi nel settore alimentare sono simili a quelli italiani, mentre calano molto nell?industria del vestiario (anche per i capi delle catene internazionali). Nei weekend il divertimento si cerca soprattutto nei centri urbani più grandi, tra locali e pub vari; un carattere condiviso tra tutte le fasce della popolazione è decisamente la passione per gli sport estremi. Io ho provato sia paracadutismo, sia lo shotover jet - che ti catapulta tra le gole dello Shotover River a Queenstown: due avventure elettrizzanti, indimenticabili.
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