Il volto reale del Paese nella trasmissione condotta da Alice Lizza
Go Brasil: oltre i Mondiali
Tre domande ad Alice Lizza, conduttrice del programma
Chiara Colasanti | 8 luglio 2014
“GO! Brasil” in onda su Rai 2 alle 16.30, ha fatto conoscere più da vicino il Brasile reale a molti italiani incuriositi a questo Paese ben oltre le porte del Maracanã. Sono andate in onda già le seguenti puntate “GO! Amazonas” (mercoledì 25 giugno); “GO! Pernambuco” (giovedì 26 giugno); “GO! Gaucho” (venerdì 27 giugno); “GO! Paulista” (sabato 28 giugno); “GO! Cearà” (sabato 5 luglio) e l'appuntamento è per sabato 12 luglio con “GO! Carioca”. Abbiamo fatto qualche domanda alla conduttrice, Alice Lizza che, da quando ha 14 anni, ha fatto del suo sogno il suo mestiere per la vita.
Come descriveresti “GO! Brasil” a chi non ha idea di cosa sia?
“GO! Brasil” è un viaggio che cerca di raccontare il Brasile da un altro punto di vista, che non è il solito Brasile degli stereotipi e di tutto quello che già si sa sul Brasile, ma si cerca di raccontare il Paese attraverso il punto di vista di artisti, creativi, giovani, musicisti, che oggi sono i veri protagonisti del nuovo Brasile, del Brasile reale che è diventata una vera potenza economica.
In un momento di crisi come questo la categoria dei giovani è abbastanza bistrattata, ma tu dimostri che è possibile rendere realtà il proprio sogno; cosa consigli a chi vorrebbe intraprendere la strada che stai percorrendo tu?
La mia strada l'ho scoperta nel periodo delle superiori: ho iniziato lì a sperimentare questo mestiere e il consiglio che mi sono sempre data e che mi piace dare quando qualcuno me lo chiede è quello di cercare di pensare, ogni giorno, a quella che è la meta che ognuno ha in testa, e cercare ogni giorno di fare un piccolo passo. Quando si guardano i grandi traguardi da lontano sembra tutto molto difficile e impossibile, però in realtà avendo il coraggio e la pazienza di fare un po', un pezzetto di strada alla volta, per arrivare a quell'obiettivo, secondo me chi ha davvero la vocazione e la voglia di fare un mestiere, magari piano piano ci arriva. E poi ci vuole anche un po' di incoscienza, coraggio: queste professioni creative/artistiche sono professioni che magari ci demoralizzano all'inizio, ma poi, se ci si riesce, sanno dare grandi soddisfazioni, quindi secondo me vale la pena provare!
C'è una domanda che durante le interviste nessuno ti fa, ma a cui vorresti rispondere per poter parlare di un argomento che hai a cuore?
A volte mi meraviglio che nessuno mi chieda se la tivù mi piace o meno. Sembra una cosa scontata e invece se qualcuno me lo chiedesse, risponderei di no. Vorrei una tivù completamente diversa, una tivù molto più interessante, intrigante, che ci faccia vedere delle cose che non sappiamo e che non sia solo una tivù di intrattenimento e a volte anche un po' stupida.
Come descriveresti “GO! Brasil” a chi non ha idea di cosa sia?
“GO! Brasil” è un viaggio che cerca di raccontare il Brasile da un altro punto di vista, che non è il solito Brasile degli stereotipi e di tutto quello che già si sa sul Brasile, ma si cerca di raccontare il Paese attraverso il punto di vista di artisti, creativi, giovani, musicisti, che oggi sono i veri protagonisti del nuovo Brasile, del Brasile reale che è diventata una vera potenza economica.
In un momento di crisi come questo la categoria dei giovani è abbastanza bistrattata, ma tu dimostri che è possibile rendere realtà il proprio sogno; cosa consigli a chi vorrebbe intraprendere la strada che stai percorrendo tu?
La mia strada l'ho scoperta nel periodo delle superiori: ho iniziato lì a sperimentare questo mestiere e il consiglio che mi sono sempre data e che mi piace dare quando qualcuno me lo chiede è quello di cercare di pensare, ogni giorno, a quella che è la meta che ognuno ha in testa, e cercare ogni giorno di fare un piccolo passo. Quando si guardano i grandi traguardi da lontano sembra tutto molto difficile e impossibile, però in realtà avendo il coraggio e la pazienza di fare un po', un pezzetto di strada alla volta, per arrivare a quell'obiettivo, secondo me chi ha davvero la vocazione e la voglia di fare un mestiere, magari piano piano ci arriva. E poi ci vuole anche un po' di incoscienza, coraggio: queste professioni creative/artistiche sono professioni che magari ci demoralizzano all'inizio, ma poi, se ci si riesce, sanno dare grandi soddisfazioni, quindi secondo me vale la pena provare!
C'è una domanda che durante le interviste nessuno ti fa, ma a cui vorresti rispondere per poter parlare di un argomento che hai a cuore?
A volte mi meraviglio che nessuno mi chieda se la tivù mi piace o meno. Sembra una cosa scontata e invece se qualcuno me lo chiedesse, risponderei di no. Vorrei una tivù completamente diversa, una tivù molto più interessante, intrigante, che ci faccia vedere delle cose che non sappiamo e che non sia solo una tivù di intrattenimento e a volte anche un po' stupida.
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