Se i media non fanno informazione
L'incomunicabilità dei media
Se i media non fanno informazione
Camilla Gaggero | 14 ottobre 2014
Sono ormai rare le notizie di immediata comprensione. È paradossale ma, nell'era in cui si ha accesso alle informazioni in tempo reale grazie a tv e internet, si ha bisogno di un interprete per decifrarle. Il tempo risparmiato per ricercare le notizie è impiegato per capirle, magari chiedendo conferma a più persone per essere sicuri di non essersi confusi.
Un titolo chiaro, possibilmente inerente con l'argomento trattato sembra a molti un optional. Con i giornali, però, in caso di incomprensione, si può almeno rileggere l'articolo finché, tra riferimenti filosofici ed errori di battitura, si coglie il senso della notizia. Non a caso è consigliato comprare più di un quotidiano. Questo ovviamente non è possibile nei telegiornali, in cui le immagini possono aiutare mentre i tempi stretti del servizio e la scansione incalzante di notizie flash mette in difficoltà lo spettatore.
Tale difficoltà nella comunicazione assume un'importanza poco rilevante se riguarda l'ennesimo caso di cronaca nera, su cui lucreranno i soliti 4-5 programmi amanti del macabro. È invece più grave se gli Italiani non riescono a capire come sia struttrato il loro parlamento e quali ruoli abbia il nuovo senato o in quale modo il governo voglia sostituire l'articolo 18: le parole sono tante, troppe, così come i dubbi che non trovano risposta.
Il vero problema comunque si pone con i comunicati d'emergenza che, in teoria, dovrebbero essere di immediata comprensione. Di fatto non è così e lo hanno provato sulla loro pelle i ragazzi di Genova nei giorni dell'alluvione, impossibilitati a capire se le scuole sarebbero state aperte o chiuse la mattina seguente.
Sabato il prefetto ha prolungato l'allerta meteo fino alle 24 di lunedì e qui sono nate le prime domande: lunedì è incluso? Ma se il giorno dopo inizia a mezzanotte, lunedì non dovrebbe essere escluso? Solo dopo non pochi messaggi e telefonate si ha finalmente avuto conferma che lunedì era incluso e che quindi le scuole sarebbero rimaste chiuse.
Lo stesso dilemma è sorto anche lunedì sera, in seguito all'annuncio che le scuole sarebbero state aperte, mentre le lezioni sospese: ma cosa vuol dire esattamente? Gli alunni restano a casa oppure vanno? E lo stesso discorso vale per gli universitari? Scrivere che le scuole sarebbero state aperte solo per il personale ATA sarebbe ovviamente risultato troppo semplice.
In un paese in cui le parole sono vuote di quasi ogni contenuto non ci si dovrebbe nemmeno stupire se una città viene sommersa dal fango a causa della burocrazia.
Un titolo chiaro, possibilmente inerente con l'argomento trattato sembra a molti un optional. Con i giornali, però, in caso di incomprensione, si può almeno rileggere l'articolo finché, tra riferimenti filosofici ed errori di battitura, si coglie il senso della notizia. Non a caso è consigliato comprare più di un quotidiano. Questo ovviamente non è possibile nei telegiornali, in cui le immagini possono aiutare mentre i tempi stretti del servizio e la scansione incalzante di notizie flash mette in difficoltà lo spettatore.
Tale difficoltà nella comunicazione assume un'importanza poco rilevante se riguarda l'ennesimo caso di cronaca nera, su cui lucreranno i soliti 4-5 programmi amanti del macabro. È invece più grave se gli Italiani non riescono a capire come sia struttrato il loro parlamento e quali ruoli abbia il nuovo senato o in quale modo il governo voglia sostituire l'articolo 18: le parole sono tante, troppe, così come i dubbi che non trovano risposta.
Il vero problema comunque si pone con i comunicati d'emergenza che, in teoria, dovrebbero essere di immediata comprensione. Di fatto non è così e lo hanno provato sulla loro pelle i ragazzi di Genova nei giorni dell'alluvione, impossibilitati a capire se le scuole sarebbero state aperte o chiuse la mattina seguente.
Sabato il prefetto ha prolungato l'allerta meteo fino alle 24 di lunedì e qui sono nate le prime domande: lunedì è incluso? Ma se il giorno dopo inizia a mezzanotte, lunedì non dovrebbe essere escluso? Solo dopo non pochi messaggi e telefonate si ha finalmente avuto conferma che lunedì era incluso e che quindi le scuole sarebbero rimaste chiuse.
Lo stesso dilemma è sorto anche lunedì sera, in seguito all'annuncio che le scuole sarebbero state aperte, mentre le lezioni sospese: ma cosa vuol dire esattamente? Gli alunni restano a casa oppure vanno? E lo stesso discorso vale per gli universitari? Scrivere che le scuole sarebbero state aperte solo per il personale ATA sarebbe ovviamente risultato troppo semplice.
In un paese in cui le parole sono vuote di quasi ogni contenuto non ci si dovrebbe nemmeno stupire se una città viene sommersa dal fango a causa della burocrazia.
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