Le droghe moderne sono ben diverse da quello che potremmo pensare. Lasciamo da parte smart drugs e droghe sintetiche, la vera dipendenza è quella dalla tecnologia. Secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza il 50% dei giovani trascorre tra le 3 e le 6 ore al giorno con lo smartphone in mano, il 16% tra le 7 e le 10 e il 10% supera tranquillamente le 10 quotidiane.
USO E ABUSO: ANALOGIE
La realtà del film Perfetti Sconosciuti ha lasciato tutti un po’ turbati dai segreti contenuti in un semplice smartphone, perciò fermatevi un attimo a riflettere sull’impatto della tecnologia sulla vita di tutti i giorni.
Da teenager è facile pensare a quanto possa essere assurda un’affermazione del genere, specialmente perché molti effettivamente fanno un uso “normale” dello smartphone.
Tuttavia, viene da pensare a quei momenti conviviali in cui tutti hanno in mano un telefono: chi sta su Facebook, chi su Whatsapp, chi su Internet. Fate una scommessa con voi stessi: riuscireste a non tirare mai fuori il telefono dalla tasca o dalla borsa per tutta la sera? Se voi (che vi considerate nella “norma”) siete titubanti, pensate a chi fa più fatica a socializzare e trae beneficio dal frapporre uno schermo al contatto umano, non è una sensazione simile a chi si droga per sentirsi più sciolto in contesti sociali? Ecco che subito scatta il collegamento droga-smartphone. Non è solo il tempo impiegato e il poliabuso a fare dello smartphone il perfetto sostituto della droga a il fatto che entrambi siano la risposta a difficoltà emotive. Se il nesso tra il calo dei consumi di droghe e l’aumento del tempo passato su internet non è immediato, la relazione è possibile. Lo afferma Federico Tonioli, responsabile dell’Ambulatorio dipendenze comportamentali del Policlinico Gemelli di Roma: sia le droghe che internet possono essere risposte ad un problema comune legato al modo di gestire le emozioni. Internet funziona da filtro delle proprie emozioni proprio come una droga che altera le percezioni.
Il trend riguardo alla diffusione delle sostanze illegali rileva un calo a macchia di leopardo e circoscritto solo ad alcune sostanze, ma l’abuso di internet risulta in aumento.
DORMIRE CON LO SMARTPHONE
“Sei il primo mio pensiero che al mattino mi sveglia l’ultimo desiderio che la notte mi culla” non è una canzone dedicata ad uno smartphone eppure è lui l’ultimo interlocutore delle nostre serate. Che sia un giretto su Facebook o Instagram finchè non si chiudono gli occhi, lo smartphone è la nuova melatonina che però non causa sonnolenza bensì altera il sonno. A dimostrarlo sono i dati di Jama Pediatrics che identificano nei dispositivi elettronici motivi di insonnia.
Lo studio che ha preso in considerazione più di 125.000 bambini e adolescenti tra i 6 e i 19 anni ha dimostrato che l’utilizzo del cellulare influenza la quantità e la qualità del sonno, specialmente se usato proprio prima di addormentarsi. I ricercatori hanno affermato che usare i dispositivi prima di dormire può influenzare il sonno in tre modi: ritardare, interrompere il sonno e incidere sul ritmo circadiano. La colpa sarebbe principalmente della luce blu degli schermi, responsabile dei cambiamenti.
IL TEMPO TRASCORSO AL CELLULARE VALE 200 LIBRI LETTI
Se non basta la paura di sviluppare una dipendenza a dissuadere, il titolo dell’articolo di Charles Chu su Quartz sicuramente può aiutare. Una frase provocatoria alla base di cui c’è un calcolo matematico svolto dall’autore per dimostrare che se un americano medio sostituisse il tempo passato allo smartphone con la lettura potrebbe leggere ben 200 libri. Non sarebbe un uso più produttivo del tempo?